Alex Zanotelli: “Sul modello Riace si è fatto un minimo di giustizia”
«Per me e per tutti noi che siamo stati vicini a Domenico Lucano questa sentenza è un grande momento di gioia. Sono stati anni si sofferenza per lui e per tutta Riace e finalmente si è fatto un minimo di giustizia, dopo che a lungo si è voluto criminalizzare la solidarietà e colpire un esempio straordinario di accoglienza. Una sentenza importante anche per noi missionari comboniani che ogni anno, anche negli anni più difficili, abbiamo tenuto campi di lavoro a Riace in solidarietà Lucano e la sua opera».
È il commento di padre Alex Zanotelli alla sentenza dei giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria, che ha smontato le accuse e stabilito che il “modello Riace” non ha nulla a che fare con il crimine.
Mimmo Lucano era accusato di irregolarità nella gestione dell’accoglienza dei migranti nella cittadina della Locride che ha guidato per quasi tre legislature, facendola diventare celebre nel mondo come esempio di accoglienza e integrazione.
Continua padre Alex: «Il borgo era praticamente morto e le case semiabbandonate perché i calabresi erano emigrati. E lui ha fatto rivivere Riace. Ma aveva troppi nemici. Il nemico interno che si chiama ’ndrangheta e il nemico esterno che si chiama Matteo Salvini. Questa sentenza è una sconfitta per il leader leghista perché è stato l’uomo che più ha attaccato il modello Riace».
Nel settembre 2021, il Tribunale di Locri aveva condannato Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. Accuse tutte cadute in appello ad eccezione di un falso per una delibera del 2017 per il quale è stato condannato a un anno e sei mesi, con pena sospesa, contro la richiesta della Procura generale di una pena a 10 anni e 5 mesi.
Tutto è cominciato il 2 ottobre 2018 quando Lucano fu sottoposto agli arresti domiciliari dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Locri.
«Se davvero gli italiani cominciassero a prendere esempio da Riace – conclude padre Zanotelli – avremmo un altro tipo di accoglienza e faremmo un bene immenso a questo paese. Non facciamo più figli e molte località sono ormai semiabbandonate. Se invece di spendere risorse per esternalizzare le frontiere – soldi alla Turchia, alla Libia, alla Tunisia – li investissimo per formare i migranti che arrivano da noi e dare loro la possibilità di inserirsi, faremmo rivivere l’Italia. Ma il governo sta facendo il contrario, moltiplicando i Centri di permanenza per il rimpatrio che sono prigioni militarizzate».