Napoli e Provincia

Marigliano, sversatoi e rifiuti tossici: dov'è finito lo stato di diritto?

Analizzando quanto accade a Marigliano c'è da chiedersi: siamo ancora in uno stato di diritto? Possiamo ancora parlare di uno stato democratico quando ad una popolazione viene negato il diritto ad un futuro, ignorando pervicacemente le cause che quel diritto negano?
12 marzo 2008 - Vittorio Moccia

Ruspe in azione a Marigliano Dirigendosi in auto verso Marigliano, ciò che salta subito all’occhio è lo stacco repentino da un paesaggio fatto di cumuli di immondizia, accatastati per le strade dei paesi limitrofi, ad uno fatto di luoghi lindi: non un sacchetto per strada, nessun bidone stracolmo. Questo accade perché Marigliano va ascritto di diritto all’elenco dei comuni ricicloni. Qui la raccolta differenziata funziona a dovere, superando la soglia del 50%: non solo rifiuti solidi ma anche e soprattutto l’umido, spedito fuori regione.
Eppure, quasi una beffa pirandelliana, nei pressi del depuratore di Marigliano, località Boscofangone, il mega-commissario De Gennaro, l’uomo “del fare” (e del picchiare), ha stabilito che, per tamponare l’emergenza campana, verranno stoccati per 90 giorni rifiuti provenienti da tutta la provincia di Napoli, per un totale di 98mila tonnellate, ridotte nel seguito a 30.000, dopo un’analisi della effettiva capienza del sito.

Depuratore di Marigliano Il depuratore di cui si parla è stato realizzato dalla ex Cassa per il Mezzogiorno, nell'ambito del sistema di depurazione della piana Campana, che comprende 6 grandi impianti tra cui quello in esame. E' stato poi sequestrato nel 2004 perché “sversava” fanghi tossici.
Ogni giorno, da un anno, in quell’impianto vengono riversati circa 100 metri cubi di percolato provenienti da numerose discariche campane.

Il 29 gennaio i lavori per l’allestimento del sito individuato da De Gennaro iniziano tra gli scontri. Mai viste tante forze dell'ordine, schierate contro i cittadini per la prima “azione di alleggerimento”: carabinieri, polizia, guardia di finanza. Mentre le ruspe entrano nel sito, il sindaco viene buttato all’aria dalle forze dell’ordine, insieme al gonfalone del Comune; picchiati anche alcuni manifestanti (6 feriti, tra cui un bambino di 8 anni), appellati come mafiosi.

Mafiosi?
Rifiuti ed acque dei canali Marigliano è uno dei tre paesi del Triangolo della morte (Acerra-Nola-Marigliano), luogo simbolo delle devastazioni decennali del territorio operate dalle ecomafie (leggi camorra) e da un’industria criminale. La zona circostante il depuratore è stracolma di rifiuti tossici: "Che ci siano rifiuti tossici nell'area confinante a quella scelta per il sito di stoccaggio - afferma il sindaco Corcione - non lo diciamo noi, lo dicono l'ASL e l'ARPAC, tant’è vero che la zona è stata inserita nel piano nazionale per le bonifiche". Parliamo di almeno 120 ettari di terreno inquinato.
Un cranio di mucca tra i rifiuti Ad oggi non è però partita alcuna bonifica, solo qualche recinzione blanda intorno ad alcune delle zone incriminate: il fiume di soldi, disponibili presso il commissariato alle bonifiche, dirottato quasi interamente verso la gestione dell’emergenza “ordinaria”, un incredibile ossimoro se si pensa che quest'emergenza ordinaria dura da circa 14 anni.
E intanto la gente di Marigliano si ammala e muore di rifiuti tossici, di quel micidiale campionario di scarti di fonderie, amianto, fluff da rottamazione di auto, fusti di pericolosi prodotti chimici, perfino carcasse bruciate di animali.

Fiori alla diossina
La notizia dell’apertura della discarica era stata appresa dai consiglieri comunali il 21 gennaio 2008 alle 12 mentre si "festeggiava" per l'approvazione, nel protocollo di intesa provinciale, della conversione del territorio agricolo di Marigliano in luogo floro-vivaistico: data l’impossibilità di coltivare un qualsiasi prodotto agricolo tradizionale, a causa dei disastrosi livelli di inquinamento dei terreni, si è trovata una soluzione per la tutela dei livelli occupazionali, recuperando in qualche modo quei terreni non più utilizzabili per la normale produzione agricola, evitando così la contaminazione del ciclo alimentare con la raccolta e la distribuzione di frutta e ortaggi inquinati.

Storie di ordinaria follia
Marigliano: Ritrovata cisterna sotterrata Mentre la ruspetta inizia a scavare per predisporre lo sversatoio di Marigliano, giunge un esposto anonimo al Comune, inviato anche alla procura di Nola e di Napoli. Un esposto mirato, a quanto pare, nel quale si segnala che in località Verduzzio, poco distante dal cimitero di Marigliano, è interrato un camion pieno di rifiuti tossici. Il 12 febbraio alle ore 11:00 viene rinvenuta la cisterna di un camion in condizioni fatiscenti e con alcune crepe a causa delle lamiere deteriorate: da queste ultime fuoriesce un odore acre, acido, con miasmi nauseabondi.
Negli stessi giorni la forestale rinviene un cospicuo numero di lastre di amianto, in parte frantumate, scaricate direttamente su di un terreno agricolo nella contrada Boscofangone, area ormai ridotta a megasversatoio abusivo.
Gli episodi descritti accadono come se fosse ancora una volta tutto normale; l’anormalità evidente è che quanto accade durante i lavori di messa in opera del sito, sommariamente riportatp per lo più da qualche giornale locale, venga considerato “normale” e non susciti un'indignazione di portata nazionale.

L’analisi delle acque

I dati sulla qualità delle acque sotterranee, mediante analisi effettuate dall'ARPAC su numerosi pozzi, di cui 8 immediatamente a ridosso dell'area di Boscofangone, hanno permesso di classificare le acque sotterranee in classe 4, la peggiore. Rifiuti ed acque dei canali Quei dati dicono che i terreni e le falde acquifere di Marigliano non possono sopportare ulteriori carichi inquinanti.
Si scopre però che analisi recenti, in possesso del commissariato, dell'acqua e del suolo su cui si sta realizzando il sito, non sono ancora pronte. Si concorda dunque col Comune una sospensione dei lavori in attesa dei risultati, ma il 6 febbraio i lavori riprendono senza alcun preavviso.
Combustione di indumenti Il sindaco consegna allora il 21 febbraio ai rappresentanti del Commissario straordinario i risultati di campioni d'acqua prelevati dal Comune ed analizzati da un laboratorio privato, campioni risultati alterati principalmente da Toluene e Benzopirene, prodotti derivati da processi industriali.
I rappresentanti di De Gennaro non riconoscono la validità delle analisi, perché eseguite da un privato, affermando la necessità di ripeterle affidandole ad un organismo pubblico. Quando i responsabili dell’ARPAC ed i tecnici del Commissariato si recano a Boscofangone per nuovi prelievi, non si trova neppure il responsabile della ditta che sta effettuando i lavori, in possesso della chiave del catenaccio che chiude il pozzo da cui effettuare i prelievi.

Marigliano raddoppia
Come se non bastasse la drammatica situazione del sito di stoccaggio temporaneo di balle, ormai quasi ultimato, ai primi di marzo sbuca fuori una nuova ordinanza che prevede un sito di stoccaggio di balle nel comune di Somma Vesuviana, al confine con Marigliano. Parliamo di un sito che nel 2005 era una discarica a cielo aperto per RSU e bruciò in luglio, per più di 48 ore (la causa era probabilmente dolosa).
Sembra che il destino di Marigliano sia quello di annegare tra i rifiuti campani.

Ci si mette anche il tribunale amministrativo del Lazio
Fili di Rame bruciati Il comune di Marigliano, rivoltosi nel frattempo al TAR Lazio, per chiedere una sospensiva sui lavori di realizzazione del sito di stoccaggio, riceve una sentenza amara che nega la sospensiva, riportando tra le altre la seguente motivazione:
"dal bilanciamento dei contrapposti interessi nella odierna fase cautelare, appare prevalente l’interesse pubblico tutelato dall’amministrazione resistente con l’adozione del provvedimento impugnato rispetto a quello, pur meritevole della più elevata considerazione, tutelato dall’amministrazione comunale ricorrente".
Il Tribunale afferma che le ragioni del Comune di Marigliano sono tutt'altro che infondate, ma non possono considerarsi prevalenti sulla necessità di fronteggiare la crisi. In sintesi si sostiene che, in virtù dei tempi circoscritti dell’intervento commissariale, la soluzione dell’emergenza dei rifiuti ordinari è considerata più meritevole di attenzione di quanto sia il problema dell’nquinamento da presenza di rifiuti tossici sul territorio di Marigliano.
“Oggi, il grande scandalo” - afferma un cittadino del Triangolo della Morte - “non è certamente l'emergenza sanitaria, derivata dagli sversamenti di sostanze tossiche per oltre vent'anni in queste province, ma i rifiuti che invadono le strade, perché questo stato di cose crea un danno economico” (ad esempio alle attività gastronomiche e turistiche), mentre i cittadini possono “morire ed avere figli deformi senza che la cosa interessi nessuno.”

Stato di diritto
Fluff di auto I rifiuti tossici sono un problema reale o un’invenzione degli abitanti del Triangolo della Morte? Le ecomafie sono un termine fantasioso coniato da Legambiente o una realtà da combattere in maniera seria e programmata?
E’ possibile che i cittadini di terre martoriate e mortificate debbano continuare a subire costanti umiliazioni della propria dignità di esseri umani, invece di ricevere il sostegno e l’aiuto che meriterebbero?
Per quanto tempo ancora dovrà proseguire questo vergognoso scempio? Quale politica sarà mai in grado di predisporre soluzioni definitive al problema?

C’è dunque da chiedersi: siamo ancora in uno stato di diritto? Possiamo ancora parlare di uno stato democratico quando ad una popolazione viene negato il diritto ad un futuro, ignorando pervicacemente le cause che quel diritto negano?

Vittorio Moccia
PeaceLink Campania - http://campania.peacelink.net

Powered by PhPeace 2.6.4