LA CULTURA NEGATA. GIALLO SUL DESTINO DEI LAVORATORI CHE POTREBBERO ESSERE RIASSORBITI NELLO STAFF DEL COLOSSO DELL'INFORMATICA

Anche la Fnac "lascia" Napoli, è allarme

31 gennaio 2012 - Nuviana Arrichiello
Fonte: Roma

La crisi finanziaria che ha travolto i grandi colossi industriali colpisce anche la Fnac. Dopo le voci circolate in merito ad una possibile chiusura degli store italiani a Torino e a Verona, la notizia sbarca ora anche all'ombra del Vesuvio. Una decisione, quella dello stop, che sarebbe maturata in seguito ad un anno di perdite da parte del gruppo Ppr (Pinault-Printemps-Redoute), maggiore azionista della catena francese. Il piano di "rientro" per arginare le perdite della compagnia riguarda un taglio di costi di ben 80 milioni di euro, nonché una riduzione della forza-lavoro di 500 unità circa, 310 in Francia e le restanti 200 - con molta probabilità - in Italia. E anche se dalla sede centrale di Ivey fanno sapere che per quanto riguarda il Belpaese «la società valuterà nel corso dell'anno fiscale tutte le possibili opzioni», la tensione è altissima. «In Italia, dove non sussistono più le condizioni per un'attività in proprio, la Fnac prenderà una decisione nel corso dell'anno», si legge in una nota ufficiale diffusa dalla società. Intanto c'è grandissima attesa per l'imminente incontro nazionale in programma per il prossimo 7 febbraio. Sarà proprio in quella data che il gruppo potrebbe comunicare la strategia da adottare per limitare le perdite e avviare una nuova strategia per il rilancio: fatto sta che entro l'anno finanziario, che terminerà a marzo, il gruppo francese dovrebbe decidere le sorti della divisione italiana. Un'ipotesi che lascia aperte diverse strade: quella della cessione in franchising di tutto il blocco, di una vendita singola, negozio per negozio, o di una chiusura semplice. In particolare, all'ombra del Vesuvio si parla di un possibile accordo che starebbe maturando con il gruppo "MediaWorld". Allo studio l'ipotetica cessione dei locali del Vomero e il trasferimento di tutti i dipendenti del gruppo francese alla catena di negozi specializzata in elettronica ed informatica. Un accordo che, qualora dovesse andare in porto, potrebbe salvare il destino degli impiegati della sede di via Luca Giordano. Ma ad oggi, su questo punto, c'è massimo riserbo: dipendenti e addetti ai lavori si trincerano dietro al muro del silenzio: bocche cucite nel quartiere collinare. Nessuna indiscrezione trapela, almeno per ora. In pratica, il piano di ristrutturazione aziendale arriva dopo che la compagnia ha reso noti i disastrosi risultati messi a segno lo scorso anno con un calo del 3,2% nel fatturato globale ed una flessione delle performance dei punti vendita addirittura del 5,4%. Cifre che mettono i brividi per un colosso d'eccellenza nel settore dell'editoria e dell'elettronica di consumo. Al punto che si è optato per una drastica riduzione di tutte le spese, per la rinegoziazione e la verifica di tutti i costi dell'intera rete e di tutti i contratti di servizio relativi all'high-quality, agli store e alle attività logistiche. Il piano prevede anche la sospensione di ogni nuova assunzione e il taglio di 500 posti di lavoro. "Salvi", almeno per ora, gli staff di vendita e i team dedicati all'e-commerce che saranno tenuti fuori dalla politica di austerity. Ciò che si cerca di capire, ora, al di là dei progetti aziendali, è il destino dei dipendenti italiani, e in par-ticolar modo di quelli di Napoli per i quali il rischio della chiusura diventa sempre più concreto e reale. Soprattutto in seguito alla notizia che i tagli alla forza-lavoro, oltre che la Francia, dovrebbero riguardare proprio l'Italia, la "pecora nera" della famiglia a livello internazionale. Preoccupazione che già nei giorni scorsi ha interessato gli impiegati degli store di Torino e Verona. La Fnac è arrivata in Italia grazie a una joint-venture con il Gruppo Coin: quest'ultimo ha acquistato la rete di vendita della Standa, convertendo i magazzini in Oviesse e Coin, quelli in esubero li ha venduti alla Fnac. Nel 2000 il primo negozio ha aperto a Milano, poi Genova, Torino, Verona, Napoli, Roma, Firenze: l'ultima inaugurazione nel capoluogo toscano risale a poco più di un anno fa. In attesa di una soluzione non sono rassicuranti, di certo, le parole di Eric Joselzon, direttore operativo di Fnac Italia, che in merito alle difficoltà della filiale italiana precisa: «Ci troviamo in una fase di analisi e riflessione che riguarda tutti i punti vendita italiani, non solo Napoli. Ad oggi nessuna decisione è stata presa. Ovviamente, appena avremo elementi concreti da comunicare, lo faremo».

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