Parco e zoo in gestione provvisoria fino al 21 novembre. I sindacati: interventi subito

Edenlandia, fallisce la società Debtii per tredici milioni

Addio alla Park and leisure, ma le giostre non si fermano
12 ottobre 2011 - Patrizio Mannu
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — La Park and leisure è fallita. Detta così, ai più dirà poco. Se invece specifici che è la società alla quale fanno capo Edenlandia e lo zoo di Napoli, la vicenda acquista tutt'altra fisionomia. Il tribunale fallimentare partenopeo (giudice Graziano) ieri ha chiuso un capitolo della storia cittadina. E messo fuori da ogni business Cesare Falchero, fra gli imprenditori più noti della città, che della Park and leisure è il titolare. Che la società sia fallita è un dato di fatto, ma in questo caso il destino del più antico parco dei divertimenti d'Europa si discosta da quello della controllante. Edenlandia e lo zoo hanno in carico circa ioo lavoratori (indotto compreso, oltre alle centinaia di animali) e per tutelare questi il giudice — con l'assenso del curatore fallimentare Salvatore Lauria — ha disposto la prosecuzione delle attività (gestione provvisoria) fino al prossimo 21 novembre. Termine entro il quale Lauria, fatti due conti, dovrà verificare se Edenlandia ha la possibilità di risalire la china — seppur con fatica — o, è inutile qualsiasi tentativo di salvarla. Alla decisone del giudice si è arrivati dopo un lungo percorso di carte bollate che trascrivono debiti che alla fine hanno strangolato la società. L'esposizione ammonta a circa 13 milioni di euro, variamente distribuiti. La mole più consistente è quella con Equitalia (8 milioni) per omissioni contributive a carico dei dipendenti; 3 milioni li accampa la Mostra d'Oltremare che dei suoli su cui sorge il parco è proprietaria; il resto è a fornitori e servizi. La Park and leisure aveva presentato tempo fa al giudice fallimentare anche una richiesta di concordato, che avrebbe accompagnato la società al rientro dall'esposizione debitoria; richiesta che è stata poi ritirata. Il fine, probabilmente, era quello d' i prender tempo, in attesa che si definisse l'accordo con un eventuale compratore. Perché un imprenditore interessato s'era pure trovato, quell'Alfredo Villa, svizzero e gran patron della Brainspark, che per lo zoo aveva presentato una proposta del valore di 1,5 milioni. In tutti questi mesi è rimasto alla finestra. Cosa succederà ora? Occorrerà rendere redditi-vo il parco; servirà un intervento delle istituzioni — Comune e Regione —; sarà necessario immettere investimenti: dai 4 ai 5 milioni per rivitalizzare la struttura e ridare lustro ad un marchio, quello di Edenlandia, che tra l'altro è un "bene" vendibile. Operazioni difficili, visto sia il tempo a disposizione (il 21 novembre o dentro o fuori), sia il procedimento di sfratto esecutivo che, scongiurato per il 10 ottobre scorso, è stato rinviato al 31 gennaio 2012. «Edenlandia e lo zoo non chiudono — afferma Massimo Taglialatela, segretario della Uilcom — è questo è bene capirlo subito. Ora è il momento di darsi da fare e trovare una soluzione che assicuri un futuro alla struttura». Dello steso avviso è Francesco Falco segretario del-l'Ugl, secondo il quale «da subito si devono mettere attorno ad un tavolo unitario Comune, Provincia e Regione, socie della Mostra d'Oltremare, e chiedere loro un intervento che salvaguardi gli animali dello zoo, da un lato, e i posti di lavoro, dall'altro».

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