Sesso e degrado nella tomba di Virgilio
Che da tempo fosse diventato il luogo preferito dagli innamorati dove lasciare bigliettini con frasi e promesse d'amore, un po' come i lucchetti a ponte Milvio, è ormai un fatto noto a molti. Ma che la Crypta Neapotitana, più conosciuta come la tomba di Virgilio, ai piedi di Mergallina, da luogo «figurato» dell'amore fosse diventato anche una vera alcova, è notizia di questi giorni. Alcuni dei tanti visitatori, nei giorni scorsi, recandosi presso il mausoleo - che oltre alla tomba del vate latino custodisce anche i resti mortali di Giacomo Leopardi - hanno infatti trovato nelle nicchie, scavate nel muro, non certo le urne cinerarie, a cui erano destinate, ma preservativi e fazzolettini, con resti di tracce biologiche: prove inconfutabili ed evidenti di rapporti sessuali, consumati sotto gli occhi clementi del cantore delle gesta del grande Enea. Virgilio è sempre stato molto «gettonato» per i problemi di cuore tra gli innamorati che, dopo essersi inerpicati per una scaletta che passa dinnanzi all'acquedotto romano e che termina appunto nel piccolo mausoleo, depositano nel braciere, al centro dellagrotta, lettere che cominciano quasi tutte con un confidenziale: «Caro Virgilio...», scritte su notes, ricevute e persino sui biglietti dell'autobus d'altra parte il legame del poeta con Napolivid3 ne da lontano, forse legato alle presunte doti magiche e agli ipotetici poteri soprannaturali dell'autore dell'Eneide. Per secoli infatti è stata diffusa a Napoli la credenza che la città sopravvivesse perché protetta da un'aura magica, dovuta proprio ai prodigi di Virgilio. Sempre la tradizione vuole che la galleria, alle spalle del Metà di Mergellina e a pochi passi dall'Ostello della Gioventù, sia stata realizzata dallo stesso Virgilio in una sola notte, con il ricorso alla sua potente arte magica. Probabilmente il mito fu alimentato dal fatto che nei pressi dell'ingresso orientale ci fosse un colombario risalente alla prima età imperiale, identificato ancora oggi come la tomba di Virgilio. Ma, al di là delle leggende e delle facili suggestioni, il ritrovamento di profilattici all'interno del mausoleo testimoniano ancora una volta lo stato di degrado ed incuria in cui si trovano monumenti, opere d'arte e più in generale gran parte del patrimonio artistico e architettonico accumulato nei secoli e vanto della città. «La soprintendenza fa il massimo, anzi più del massimo» ha detto di recente il responsabile dei Beni architettonici Stefano Gizzi, riferendosi all'attuale critica situazione di molti monumenti, edifici e chiese napoletane. «Siamo costretti a fermarci quando non abbiamo più armi a disposizione. Noi materialmente non abbiamo un solo euro da utilizzare». E riferendosi proprio alla Crypta Neapblitana ha dichiarato: «Quest'anno non abbiamo nemmeno fondi per i beni di nostra competenza. Per la ordinaria gestione della tomba di Virgilio, ad esempio, non ci è stato assegnato nulla». Sarcastico e amaro anche il commento dell'ex sovrintendente del Polo Museale di Napoli Nicola Spinosa. «Speriamo che Virgilio non se ne abbia a male - ha detto commentando la notizia dei profilattici accanto alla tomba di Virgilio - Purtroppo la sovrintendenza ha le mani legate perché non ci sono soldi. Comunque non ci si meravigli per la Crypta. Non è certo in uno stato migliore gran parte del nostro patrimonio. Parlo ad esempio dei Decumani e di molte chiese bellissime e abbandonate. Per non parlare dello stato in cui si trova per esempio il Pio Monte della Misericordia che custodisce i capolavori di Caravaggio. Per entrare bisogna farsi largo tra i cassonetti stracolmi di rifiuti. Stessa sorte per il vicino Tesoro di San Gennaro. Le istituzioni ma anche la gente dovrebbero farsi carico di questa situazione e fare qualcosa prima di perdite irreparabili». Per Carolina lapicca segretaria provinciale Cisl, settore Beni culturali: «La profanazione della tomba di Virgilio è un chiaro segno di ignoranza, che fa indignare non solo chi ne conosce il valore, ma tutti. Non è l'unico scempio e non sarà neanche l'ultimo. Se il Ministero non ha abbastanza fondi e personale per garantire la vigilanza, si potrebbe almeno garantire la video-sorveglianza».