Fontane sfregiate da vandali e incuria
Non solo palazzi a rischio crollo, monumenti vandalizzati nei centro della city, adesso scatta anche l'allarme per le storiche fontane che adornano parchi e piazze cittadine. Se fosse un film si chiamerebbe «Le fontane del degrado».1a lista è lunga. Le fontane abbandonate, martoriate dai vandali sono una realtà. La storica fontana del Belvedere al parco di Capodimonte ne è l'esempio lampante. E sicuramente la più monumentale dell'intero parco, la vasca della struttura è larga circa venti metri e fu realizzata dopo l'inaugurazione dell'acquedotto del Serino per volere di Ferdinando Il. la realtà odierna non è esaltante. La denuncia parte dal comitato Portosalvo, che tramite Marcello Mortola e Marianna Vitiello, dottori in restauro dei beni culturali, fa sapere: «La vegetazione determina un meccanismo di danni irreversibili per la fontana: dalla disgregazione e decoesione delle malte e degli intonaci si può arrivare alla caduta del materiale dell'opera d'arte per effetto dell'azione delle radici che penetrano in profondità portando con sé acqua e prodotti inquinanti che accrescono l'entità del degrado». Ma quella del Belvedere non è l'unica vasca che versa in condizioni pietose. Basti pensare a quella dei Leoni ai giardini del Molosiglio, o come quella della Marinella al Carmine, attomiata da immondizia di tutti i generi, una discarica a cielo aperto. Per non parlare della centralissima fontana a Monteoliveto, luogo di ritrovo per molti giovani, utilizzata come panchina all'aria aperta e da qualche graffitaro come post-it per lanciare messaggi. Per non parlare delle fontane-obelisco, costruite per far fronte alla peste scoppiata nel 1656, divenute oggi il simbolo del degrado. Ne è un esempio quella di piazza Mercato,dove, dopo aver decapitato i quattro leoni, molti ragazzi della zona hanno trasformato i basamenti dell'obelisco in una porta di calcio, nella migliore delle ipotesi. Sulla questione è intervenuto anche il presidente del comitato Portosalvo, Antonio Pariante, che sottolinea: «I maggiori responsabili di questo degrado sono l'Arin e il Comune di Napoli, della vecchia gestione. Quindici anni fa fu firmato un protocollo d'intesa che vedeva l'Arin e l'amministrazione in prima linea perla manutenzione ordinaria e straordinaria della fontane storiche della città. E proprio Napoli, che fino al '600 era famosa per essere una città ricca d'acqua adesso si trova costretta ad avere vasche vacanti». Sembra il recupero per i lavori di restauro possano partire proprio da quella al Molosiglio, "Il presidente della municipalità Fabio Chiosi - afferma Pariante - ci ha comunicato che a breve inizieranno i lavori di ristrutturazione. Speriamo di poterne godere dalla prossima estate". Ma in questo mare magnum di degrado come non ricordare le vasche di acqua suffregna tra palazzo Reale e Maschio Angioino, recuperate anni fa, in pompa magna dal presidente della Repubblica Ciampi, a suon di milioni ed oggi nuovamente abbandonate a se stesse. *** Monteoliveto La seicentesca Fortana di Monteoliveto odi Carlo Il Fontana fu costruita dal viceré Don Pietro d'Aragona per celebrare il sovrano di Spagna Sculture invisibili Capodimonte, vegetazione selvaggia La Fontana dei Belvedere è la più monumentale dei parco di Capodimonte. Fu realizzata dopo l'inaugurazione dell'acquedotto del Serino. Il pregio marmoreo oggi è inviabile perchè sommerso dalla vegetazione. I leoni sfigurati Molosiglio, il restauro in ritardo La fontana dei Leoni è sita nei Giardini del Molosiglio, nel centro storico della città. E' in pessimo stato conservativo: le facce dei leoni sono state sfregiate. A breve inizieranno i lavori di restauro. I delfini rubati Marinella, 22 anni di abbandono La Fontana della Mannella al Carmine è situata nel mezzo delle torri dell'ex Castello del Ca nkte, Invia Marina. Oggi si presenta mutila, oltre che del delfini, anche delle due vasche superiori e il piedistallo, rubati nel 18e8. L'obelisco offeso Piazza Carmine, raffica di raid La fontana-obelisco del Camino, costruite perfar fronte alla peste scoppiata nel 1656, sono divenute il simbolo del degrado. Le teste dei leoni posti sul basamenti giacciono decapitate.