Clan all'assalto, devastato il cantiere della chiesa
Hanno agito indisturbati, subito dopo il tramonto. Non hanno dovuto attendere nemmeno che si facesse notte per superare le barriere del cantiere che delimita la chiesetta di Maria Santissima del Buon Rimedio, un prefabbricato vecchio decine di anni, in corso di ristrutturazione. Poi si sono dati alla devastazione. È la cronaca di un raid inatteso, quello che fa registrare l’incursione di un gruppo di sconosciuti lunedì sera al Rione don Guanella. C’è l’ombra del racket dietro l’episodio che solleva dubbi e interrogativi inquietanti. Due escavatori e tre container danneggiati, oltre ad alcuni attrezzi incendiati: è questo il bilancio di un raid consumato all’interno del cantiere per la costruzione di una nuova chiesa. L’edificio si trova nella diocesi fino a qualche mese fa amministrata da don Aniello Manganiello, il prete coraggio trasferito - non senza polemiche - da Napoli a Roma. Un fatto che ha lasciato perplessi tutti, compresi gli investigatori della polizia, ai quali sono ora affidate le indagini. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, alcuni sconosciuti si sono introdotti nel cantiere ed hanno danneggiato i mezzi, oltre ad aver appiccato il fuoco ad alcuni attrezzi. Sul posto sono state trovate alcuni contenitori che contenevano un liquido infiammabile ai quali era stato dato fuoco. Gli uomini del commissariato Scampia - diretto dal primo dirigente Michele Spina - hanno subito avviato le indagini, ascoltando anche i responsabili del cantiere, i cui lavori sono stati appaltati dalla Curia di Napoli. «È evidente che, al momento, non si conoscono le motivazioni e i responsabili, ma, tenendo conto delle modalità dell’accaduto, per come sono state riferite, è molto probabile che si tratti di un atto intimidatorio», hanno fatto sapere dalla Curia di Napoli, che ha espresso piena solidarietà «al parroco e a tutta la comunità del costruendo edificio di culto, facendo sentire tutto il calore della vicinanza e della condivisione del dolore per il vile gesto che squalifica e disonora unicamente le persone che l’hanno messo in atto e che certamente non può ricadere sull’intero rione». Le indagini si muovono in tutte le direzioni, senza escludere nulla. C’è tuttavia un particolare che stride con le moidalità e soprattutto con le presunte finalità del raid: nella zona compresa tra Scampia e il Rione don Guanella non si sono mai registrati atti intimidatori del racket contro cantieri. Si tratta di una zona che rientra sotto il controllo criminale del clan Lo Russo, che resta uno dei più temibili nel panorama criminale della camorra cittadina, nonostante ultimamente abbia subìto numerosi arresti che ne hanno di fatto decapitato le linee di comando. A cominciare dai due fratelli Salvatore e Giuseppe (il primo ha iniziato a collaborare con la giustizia). Resta dunque da chiarire chi e perché si è mosso per danneggiare gli automezzi del cantiere e per dar fuoco ad alcune taniche di sostanze infiammabili. Gli scenari, insomma, restano aperti e le piste ancora tutte da percorrere.