Giallo e accuse per un altro muro crollato agli scavi
Pompei. La città archeologica continua a tremare per i crolli delle domus. A cadere, in una sorta di inquietante effetto-domino, questa volta è stata una struttura muraria, non affrescata, della casa di Trebio Valente, posta a circa venti metri dall’edificio sbriciolatosi clamorosamente lo scorso 6 novembre su via dell’Abbondanza. Quest’ultimo crollo, secondo i custodi che ne hanno dato notizia, sarebbe stato scoperto la mattina del 2 dicembre. Riguarda un muro antico della casa di Trebio Valente: un muro del peristilio, alto tre metri e lungo tre metri e mezzo, che fungeva anche da contenimento del terrapieno sul lato nord. Quel terrapieno che, rigonfio di pioggia, premendo sulle pareti rese pericolanti dal tempo e dalla progressiva perdita di coesione della malta, sarebbe poi all’origine di questa incredibile serie di cedimenti. Ma la notizia del nuovo crollo è stata smentita seccamente dalla Soprintendenza. «Non si è verificato alcun ulteriore episodio di cedimento, salvo quanto già reso noto a seguito del crollo della Schola Armaturarum del 6 novembre scorso», si ribadisce in una nota diffusa dagli uffici di Jeanette Papadopoulos. La stessa nota informa poi che «nella domus di Trebio Valente sono in atto misure di salvaguardia per motivi di prevenzione e si sta procedendo ad opere di alleggerimento del terrapieno retrostante il triclinio estivo e alla messa in atto di opere di puntellamento precauzionale». E tuttavia, alcune foto circolate, che ritraggono accanto al crollo una lavagnetta sulla quale è scritta a gesso la data dell’avvenimento (un metodo di documentazione abituale della Soprintendenza) confermerebbero la veridicità della notizia. D’altronde la domus di Trebio Valente e quella della scuola dei gladiatori sono vicine ma non comunicanti: è improbabile che abbiano ceduto contemporaneamente. E così la smentita della Soprintendenza ha dato fuoco alle polveri della polemica. Anche ieri sono scesi in campo i sindacati dei custodi: secondo il segretario locale della Cisl, Antonio Pepe, «è inutile nascondere i crolli: i problemi vanno affrontati subito altrimenti si rischia di far crescere il numero delle domus che si sgretolano. Non ha senso - dice Pepe - smentire fatti provati da testimonianze, verbali e materiale fotografico». E insiste: «Quello dei crolli sta diventando una storia infinita, purtroppo dobbiamo registrare che lo stato di pericolo della casa di Trebio Valente era stato segnalato, anche questa volta, da un custode il 9 novembre: a prova è nel registro delle segnalazioni acquisito dalla procura». Per la Cisl «la tutela dell’area archeologica va affrontata con interventi straordinari, seguiti subito dalla manutenzione ordinaria altrimenti anche questo diventerà uno spreco di risorse. Un’azione di restauro deve seguire puntuale alle segnalazioni, altrimenti rischiamo di perdere il più grande giacimento culturale ed economico presente nel Sud Italia». Secco anche il commento del segretario generale della Uil Gianfranco Cerasoli. «Anche questo crollo era stato segnalato da un custode. Segnalazione, visti gli eventi, inevasa dalla soprintendenza. Il governo continua a fare la politica dei pastrocchi , mentre c'è una emergenza che sta facendo inorridire tutto il mondo che non viene affrontata». E Cerasoli ricorda che «è al vaglio della procura di Torre Annunziata il brogliaccio dei custodi sequestrato dai carabinieri per verificare l’avvenuta segnalazione di un’imminente pericolo di crollo riscontrato nella casa di Trebio Valente».