Raid al cimitero, devastate venti cappelle
rubate statue, staccati lampadari
spariti anche duemila vasi
Notte di furti e devastazioni al cimitero monumentale di Poggioreale: decine di cappelle forzate, centinaia di oggetti portati via. Spariti nel giro di poche ore vasi, lampadari, candelabri, interi pavimenti ottocenteschi. Devastati portoni con altorilievi artistici, altari in marmo. Trascinate via anche due grosse statue in bronzo e il busto di Nicola Miraglia, storico amministratore e salvatore del Banco di Napoli alla fine dell’800: un busto identico a quello rubato, è esibito nella sede di via Roma dell’istituto, ora è rimasto l’unico. La notte del raid risale alla settimana scorsa. La vicenda è stata tenuta riservata nella speranza che i malviventi tornassero: per cinque giorni consecutivi gli agenti della polizia municipale sono rimasti chiusi e nascosti nel cimitero monumentale, ma il raid non s’è ripetuto. La vigilanza notturna prosegue, ma nel frattempo la notizia si è diffusa. Secondo il tenente Carmine Lepre che coordina i vigili in servizio nei cimiteri, si tratta delle ultime, disperate, attività dei ladri della terrasanta: «Nel giro di qualche settimana entrerà in funzione la videosorveglianza 24 ore su 24. Non potranno più accadere queste cose. I ladri lo sanno, ora cercheranno di portare via tutto quel che possono. Giovedì scorso davanti agli uffici della polizia municipale c’era la coda. Decine di persone giunte al cimitero hanno scoperto i furti, e sono andate a denunciare. Il primo a segnalare l’anomalia è stato il dipendente del Comune che la mattina va ad aprire i cancelli: quando si è presentato alle sette sul posto di lavoro, ha trovato aperto il cancello che si apre su via Santa Maria del Pianto: il lucchetto era stato spaccato. Stessa situazione al cancello che si apre su via Del Riposo. Dopo il dipendente comunale sono arrivati, in massa, i responsabili delle congreghe. Tantissime erano state visitate dai ladri che sicuramente hanno introdotto nel cimitero camioncini per portare via il gigantesco bottino. Molti cancelli sono stati aperti ma non c’è stato il tempo per entrare in azione. I danni maggiori sono stati riscontrati alla congrega dei «Banchi di San Potito», dove è stato rubato il bronzo di Nicola Miraglia, nella congrega di San Giuseppe dei Nudi dalla quale è stato in parte asportato e in parte distrutto il pavimento in maiolica dell’800 e dove è stata letteralmente strappata dal muro una acquasantiera artistica della stessa epoca, e nella cappella privata della famiglia «Buchy» sulla quale i ladri si sono particolarmente accaniti nel tentativo (non riuscito) di smontare il portone di ottone finemente lavorato con due figure d’angelo. Da quella cappella, però, sono sparite una statua in bronzo raffigurante due giovani (Aldo e Agostino Santamaria) e sei grossi candelabri di bronzo. Nel corso della notte sono stati asportati anche cinque lampadari antichi da altrettante cappelle, qualche leggio per i libri sacri, altre tre acquasantiere (tutte dell’800), e la bellezza di duemila portafiori dalla congrega di San Giuseppe Maggiore. Molti sono stati i furti tentati e non riusciti che hanno comunque creato danni e portato devastazione all’interno delle cappelle, il più clamoroso è stato tentato nella congrega del Santissimo Sacramento san Domenico Maggiore. I ladri in quella cappella hanno lavorato a lungo, mostrando grande perizia e consapevolezza. Con delicatezza hanno asportato tutti i sostegni laterali dell’altare, senza provocare il minimo danno hanno separato il marmo lavorato dalla base in pietra. Poi deve essere accaduto qualcosa di imprevisto perché il lavoro, praticamente già concluso, è stato abbandonato e i malviventi sono fuggiti lasciando porte aperte e arnesi sul pavimento. Sono in corso indagini, anche se le possibilità di risalire ai ladri sono ridotte a lumicino. Proseguono anche i controlli notturni dentro al cimitero per evitare che qualcuno possa tornarci in piena notte, entrando con un camion, per rubare statue, lampadari e perfino i pavimenti.