L'Acquario non verrà soppresso, decisivo l'intervento di Napolitano
In parte, solo in parte, rientra l’allarme. Per ora. Di certo scampa alla soppressione la stazione zoologica Anton Dohrn. Mentre tirano comunque un sospiro di sollievo gli enti campani inseriti, in un primo tempo, nell’elenco delle 232 fondazioni che, secondo la manovra di Tremonti, avrebbero ricevuto zero finanziamenti a partire da quest’anno. E sarebbe stata morte certa per molti di essi. E oltre alla moral suasion del presidente Giorgio Napolitano, a spingere sarebbero stati i suoi consiglieri giuridici che avrebbero fatto presente come la lista andava stralciata perché non materia di decreto legge. Poi la firma dell’inquilino del Colle e oggi la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Anche se nel testo finale è previsto comunque «un ridimensionamento dei finanziamenti: «Ridotti i fondi del 50 per cento rispetto al 2009». «ma al fine della razionalizzazione - è scritto nel testo firmato - i ministri competenti con decreto da emanare entro 60 giorni stabiliscono il riparto delle risorse disponibili». Ma è comunque una boccata d’ossigeno rispetto alla già annunciata asfissia per l’Istituto degli studi filosofici, la fondazione Croce a palazzo Filomarino, la fondazione Napoli Novantanove e l’istituto degli studi storici. E così il Centro per gli studi dei papiri ercolanesi, quello di Storia amalfitana, e il sito geopanteologico di Pietraroja. La stazione zoologica Anton Dohrn invece non verrà soppressa. In un primo tempo inserita nell’elenco di 20 enti da cancellare, la sua governance amministrativa e scientifica sarebbe dovuta passare al ministero della Ricerca e dell’Università. Ieri pomeriggio la notizia che assieme ad altri 5 enti pubblici vigilati dal Miur e caratterizzati dall’alta eccellenza vengono tagliati dallo stralcio allegato al decreto. Appena qualche ora prima il presidente della Dohrn, Roberto Di Lauro, lanciava l’allarme (sottoscritto in rete anche da tre premi Nobel e decine di scienziati di tutto il mondo) e riponeva tutte le speranze nell’intervento del presidente della Repubblica: «Gli avevamo mandato una lettera ma sapevamo bene che Napolitano ci stima: è venuto a farci visita recentemente, e conosce i nostri progetti». Stamani con la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale verranno spazzati via anche gli ultimi dubbi ma nell’istituto fondato 130 anni fa nella Villa comunale si respira, dopo giorni di apprensione, un certo sollievo. Perché c’era il rischio non solo di perdere una serie di finanziamenti, a cominciare da uno ad hoc decretato dalla Commissione europea da 4 milioni di euro ma anche il pericolo che i dipendenti precari non venissero poi assorbiti nei ranghi del ministero. Verrà invece soppresso il centro per la Formazione in economia e politica dello sviluppo rurale fondato nel ’59 dall’economista Manlio Rossi Doria. Rimane, intanto, l’allarme al Cira di Capua che si vedrà dimezzati i finanziamenti rispetto al 2009. Per questo oggi alle 10 è stata convocata un’assemblea aperta alla quale parteciperanno il presidente del Centro e dell’Asi (Agenzia spaziale italiana) Enrico Saggese, il direttore generale del Cira, Leopoldo Verde, ed i componenti del cda.