Quel cappio nel corridoio pronto per essere usato
è l'habitat di fanatici violenti
Proprio davanti al convento sta rinascendo il palazzo crollato alla fine di giugno del 2001. Gli operai al lavoro si distraggono quando scoprono che c’è qualcuno che s’infila in quel rudere pericolante. Se fossero lì, sentinelle, anche la notte, si accorgerebbero che dentro al convento non entrano solo giornalisti, fotografi e speleologi, ma anche fanatici e malintenzionati. Le tracce del passaggio di neonazisti d’assalto sono ben impresse sui muri del grande scalone alla sinistra dell’ingresso principale. Con la bomboletta spray nera, una mano dai tratti incerti e quasi infantili ha disegnato simboli delle «esse esse», profili di soldati col casco dei tedeschi nella seconda guerra e frasi farneticanti di apologia del razzismo. C’è anche una singolare rappresentazione grafica di un uomo incappucciato e impiccato. Sopra quel disegno, lo vedete nella foto, ci sono le tre «k» del ku klux klan, l’organizzazione segreta razzista che infierisce sulle minoranze, in particolare sulle persone di pelle scura. Sembrerebbe semplicemente un orrendo gioco di ragazzi scemi se non fosse per un altro particolare molto inquietante: alle lance di ferro che reggevano anticamente il cancello di ingresso al convento, è legato un vero cappio per l’impiccagione. Si trova esattamente di fianco a un altro cappio che, però, è spezzato, come se avesse subito uno strappo troppo violento. Preferiamo pensare che anche quelle corde appese facciano parte di un gioco di ragazzi con poco cervello e molta perversione. Con un gesto istintivo, di rabbia, abbiamo rimosso il cappio più recente, che era realizzato con una corda robusta e con mani abituate (purtroppo) a quel tipo di nodi. Non abbiamo nemmeno sfiorato l’altro cappio, quello spezzato. Ci auguriamo che non sia stato usato in nessuna maniera, nè per gioco né per realtà, né con pupazzi né con animali: però forse sarebbe il caso che un occhio esperto andasse a controllare per cancellare tutti i dubbi e scoprire chi è l’autore. Anche se è protetto da due cancelli e tenuto sotto controllo di giorno, quel convento ha troppe vie d’accesso incontrollabili che, di notte, possono essere violate.