Tombe profanate, altri quattro casi spunta il traffico delle esumazioni
E s'indaga anche per truffa
Nove salme nel loculo che ne avrebbe dovute contenere solo due. L’incredibile vicenda denunciata da una signora napoletana da anni residente a Roma, che solo per un caso ha fatto la macabra scoperta all’interno di un loculo acquistato dal padre alcuni decenni fa, non è purtroppo un caso isolato. È la conferma dell’esistenza di un probabile giro di soldi costruito proprio sul traffico delle esumazioni all’interno del cimitero di Poggioreale. Sono cinque - al momento - i casi sui quali indagano i carabinieri della compagnia di Poggioreale, diretta dal capitano Massimo Ribaudo. Cinque casi che presentano inquietanti similitudini l’uno con l’altro. L’indagine è in pieno svolgimento, ma a questo punto nessuno può escludere l’esistenza di una organizzazione specializzata nel traffico di salme e resti umani. E spunta anche una nuova ipotesi di reato: la truffa. Gli investigatori, pur mantenendo il massimo riserbo imposto dalla delicatezza imposta dal caso, non esitano a definire «un fenomeno purtroppo veritiero». Estranei allo scandaloso traffico dei resti umani appaiono invece le arciconfraternite e le congreghe che offrono regolarmente con contratti della durata di 99 anni la sistemazione delle bare con le salme all’interno dei loculi. Anzi, c’è a questo punto da presumere che le stesse arciconfraternite possano considerarsi parti lese in un eventuale procedimento penale a carico dei responsabili degli illeciti. Nemmeno le cappelle gentilizie vengono risparmiate. Specialmente quelle più antiche, che vengono costantemente tenute sotto osservazione dai malintenzionati. Più passa il tempo senza che in quelle cappelle si presenti a pregare un parente, un amico, un conoscente, più cresce l’interesse dei delinquenti. Identico discorso vale per i singoli loculi. Per questo gli investigatori sono convinti che tutto il sistema criminale si regga sulla complicità di «basisti», persone che ben conoscono gli ambienti cimiteriali. C’è poi tutto un mercato illegale che corre parallelamente a questo appena illustrato. È il fiorente mercato del trafugamento di oggetti sacri dalle cappelle private. Un fenomeno - com’è noto - che non risparmia nemmeno il notissimo quadrato degli uomini illustri, i napoletani famosi sepolti a Poggioreale. Molte delle loro tombe sono già state oggetto dell’attenzione dei «predoni» che popolano come ombre dannate il cimitero. E grazie al recente ritrovamento da parte dei vigili urbani di otto ritratti scomparsi va registrata l’identificazione - da parte dell’ingegnere Claudio lamberti - di una delle opere. «Uno dei busti - assicura - raffigura l’artista Armando Gill ed è opera dello scultore Luigi Frascione».