L’Assunta all’Ospizio dei Marinai

Discarica edile davanti all’altare costruito nel ’600

28 marzo 2010 - Paolo Barbuto
Fonte: Il Mattino

Assunta all'Ospizio dei Marinai Suor Sara ha lo sguardo profondo di chi sa leggere dentro l’anima e ha la parlata strana di chi ha vissuto in tante regioni, conosciuto cento dialetti e sorretto migliaia di persone. Quando scende dentro l’antica chiesa del ’600, ha il fiatone (colpa delle scale), smette di sorridere e porta le mani al volto «non trattateci male sul giornale». No, suor Sara, non tratteremo male chi entra qui dentro inchinandosi davanti a quel che resta dell’altare, e spera di poter restituire dignità a questo luogo. Ce la prenderemo solo con chi ha cementificato Posillipo trecento anni dopo la fondazione della chiesa. E, mentre cementificava, utilizzava quel luogo sacro per sversare i rifiuti edili. Via Posillipo, Ospizio Marino fondato dal Beato Ludovico da Casoria, che è sepolto qui dentro. Il bel monumento funebre del beato si trova nella chiesa superiore, edificata nel 1800 sopra quella storica del ’600 creata nella grotta di tufo sottostante che si affaccia sulla spiaggia. Proprio quella grotta, e quella chiesa, con il passare degli anni sono state prese d’assalto dai vandali delle costruzioni e ridotte a una discarica di materiale edile. Solo l’imponente navata centrale è stata risparmiata. Tutti i corridoi laterali sono impercorribili, saturi di detriti fino a due metri d’altezza. Pietre e buste di cemento riempiono completamente anche l’intercapedine che separa la chiesa dai «colatoi», i luoghi dove venivano sistemati i corpi dei religiosi defunti prima della sepoltura. Nelle stesse condizioni si trova la via crucis realizzata nell’ottocento su belle mattonelle incastonate lungo la scala che collegava la chiesetta a via Posillipo. Anche quella scala è inagibile, coperta da residui di lavori e, nella parte che collega alla chiesa, completamente distrutta da interventi recenti. Come se non bastasse tutto questo scempio, l’antica chiesa è anche al centro di una battaglia legale con il condominio vicino. Pare che l’atto con il quale fu ceduto un albergo per sacerdoti che confinava con l’ospizio, comprenda anche una parte del luogo sacro. L’ex albergo adesso è un condominio, che pretende il riconoscimento totale del contratto e, di conseguenza anche un pezzo dell’antica chiesa. Fortunatamente non c’è stato ancora nessun intervento. Il confine con l’area condominiale è segnato semplicemente da una panchetta di legno. Ma proprio la lite condominiale in atto, per adesso, frena ogni progetto di recupero della storica chiesa. La sola ipotesi che un edificio sacro del ’600 possa in qualche modo essere spezzato a metà per via di una lite di condomino, fa correre un brivido lungo la schiena. Il primo passo verso lavori completi di ristrutturazione, comunque, sarà la liberazione dei corridoi e dei cunicoli dalla enorme massa di detriti che vi sono stati gettati nel corso degli anni. Per eseguire questo lavoro massacrante, ma capace di regalare l’emozione di nuove scoperte sulla chiesa stessa e sulle cavità di Posillipo, si è offerto Enzo Albertini, inventore del percorso «Napoli Sotterranea» frequentato quotidianamente da migliaia di turisti. Albertini è in contatto con la madre superiora, Suor Sara ed ha messo a disposizione la sua esperienza e il suo gruppo di speleologi per contribuire alla riscoperta di quel monumento sommerso dalle macerie. Esattamente sopra l’antica chiesa dell’Annunziata a Posillipo, duecento anni dopo la prima fondazione, il beato Ludovico da Casoria, fondatore dell’Ospizio Marino, fece costruire un’altra chiesa. Si tratta di un vero gioiellino che è tenuto in maniera perfetta dalle suore che gestiscono la struttura. Il pavimento in riggiole dell’800 sembra posato ieri. È composto da disegni religiosi legati alla vicinanza con il mare: pesci, ancore, scogli, e rappresentazioni sacre sono ben curati. Anche il resto della chiesa sembra fresco di restauro. Di fronte all’altare c’è il monumento funebre di Ludovico da Casoria. Il marmo è lucido, gli anziani dell’ospizio si fermano spesso davanti a quel luogo, e pregano con intensità. Quel monumento si trova esattamente nella zona che viene contesa con il condominio vicino: se la battaglia legale dovesse vedere soccombenti le suore, che fine farebbe la tomba del fondatore?

Qui venivano i pescatori a pregare la Vergine

La chiesetta fu edificata dai padri Scolopi nel ’600. Dietro l’altare c’era una imponente tela della Vergine d’Alessandria venerata dai pescatori che arrivavano in barca, tutti insieme, e si radunavano per chiedere protezione alla Vergine. I frati furono scacciati con l’avvento dei francesi e il palazzo passò nelle mani del demanio. E proprio dal demanio, grazie ai buoni uffici di Ferdinando II, nel 1873 padre Ludovico da Casoria ottenne il permesso di creare un ospizio per anziani e un ricovero per i bambini malformati. Restaurò anche la chiesa superiore chiamando l’architetto pugliese Antonio Curri che, in quegli stessi giorni, si stava dedicando alla costruzione del Gambrinus. Diceva il beato Ludovico che l’aria del mare e la vista che si godeva dall’ospizio erano una ottima cura per i mali dei bambini e degli anziani. Oggi l’ospizio marino è inglobato nell’urbanizzazione costiera di Posillipo ed è poco conosciuto dai napoletani. Quasi ignota è anche l’imponente statua di San Francesco commissionata a Stanislao Lista, maestro di Gemito, Jerace, Mancini, e autore di una parte delle sculture della facciata del Duomo di Napoli. Su precisa richiesta di Padre Ludovico, Lista raffigurò San Francesco che benedice tre personaggi: Dante, Giotto e Cristoforo Colombo. I tre rappresentano la fede, la virtù e i meriti Attualmente presso la struttura sono ospitati settanta anziani dei quali si prendono cura nove suore elisabettiane bigie. Il soggiorno dovrebbe essere a spese del Comune: «Però siamo in arretrato da più di due anni - dicono le suore - ma non facciamo mai mancare nulla agli anziani che vivono con noi».

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