Tra detriti e rifiuti dietro una colonna spunta il "pozzo del diavolo"
Leggende e misteri avvolgono, da sempre, palazzo Penne. La storia del quartiere vuole che questo sia il «palazzo del diavolo». Secondo il mito, il fondatore, Antonio da Penne, per conquistare una donna volle assecondare il suo desiderio di vedere un nuovo palazzo costruito tutto in una sola notte. Riuscì a farlo, ma con l’aiuto del demonio che in cambio pretese l’anima. Il contratto tra don Antonio e il diavolo, però, prevedeva una clausola: prima di portarsi via l’anima, il demonio avrebbe dovuto contare tutti i chicchi di un sacco di grano sparsi nel cortile. Il grano fu mescolato ad abbondante pece che s’incollava e rendeva impossibile la conta dei chicchi. Così don Antonio conservò l’anima e il diavolo, per rabbia e vergogna, andò a rifugiarsi in un pozzo al centro del palazzo. Quel pozzo l’hanno cercato in tanti. Ce n’erano (e ce ne sono) tre o quattro, ma nessuno al centro del palazzo. Ieri, però, in mezzo alle macerie che avvolgono la struttura, in un anfratto all’interno di una colonna proprio nel cuore del palazzo, spostando un mucchio di pattume, abbiamo trovato un pozzo. Lo vedete nella foto di sinistra: sono ben visibili le tracce scolpite per la risalita dei pozzari. L’abbiamo fotografato per mostrarvelo. Potrebbe essere proprio quello il pozzo del diavolo. Di segni riconducibili a pratiche antiche è colmo tutto palazzo Penne. Quello più impressionante e meno noto si trova all’esterno della struttura, tra i fregi che sovrastano le bugne della facciata scolpite con gigli angioini e penne in onore del fondatore. Proprio al centro della sequenza di ornamenti floreali incisi nella pietra, giusto sopra al portone d’entrata del palazzo, al posto di un fiore compare un volto. Non ha sembianze rassicuranti. Pare guardare l’intera piazza con rabbia. Nella zona pochi sanno di quel volto, e nessuno sa spiegarne la storia né la leggenda