È a rischio crollo la prima parrocchia fondata in città
Gesù è disteso ai piedi della croce. Non ha retto ai colpi dell’incuria e dell’abbandono: è scivolato giù dal legno, ora è accasciato sull’altare. È impossibile cancellare dalla mente quell’immagine forte e cruda. È il simbolo di tutte le cento chiese di Napoli abbandonate e distrutte; è un grido di dolore che nessuno ascolta, e che si perde fra le mille promesse di intervento. Piazzetta Portanova, cuore della Napoli greca. Chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Il portone verde che separa il luogo sacro dal caos della città, rappresenta anche il salto dentro a un mondo antico. Un mondo che dovrebbe profumare di storia e che invece ha il puzzo marcio dei piccioni in putrefazione e dei muri divorati dall’umidità. Nel 290 dopo Cristo fu Costantino a decidere che questa piazza avrebbe ospitato una chiesa: sarebbe diventato imperatore d’Occidente tredici anni dopo, ma già costruiva il suo potere sulle fondamenta sacre del cristianesimo. Nel 1845 Gennaro Aspreno Galante ricorda che questa fu una delle prime quattro parrocchie della città create nel quattordicesimo secolo. L’ultima istantanea scattata alla chiesa risale proprio al Galante che ne descrive i bei marmi, le statue, le fonti battesimali e gli affreschi. Oggi non c’è più nulla, nel vero senso della parola. Sulle pareti c’è il vuoto laddove una volta erano esposte le tele. Alzando gli occhi, il soffitto appare verde muschio per le infiltrazioni e non si vedono più affreschi né ornamenti. Nemmeno gli altari, sui quali era incisa la data 1703, stati risparmiati: tutti i marmi sono stati estirpati ed è rimasta solo la pietra nuda a rivelare che una volta in quel posto si celebrava messa. Non c’è traccia della vasca antichissima (di epoca costantiniana) che veniva utilizzata per il battesimo. L’unico elemento artistico è il Cristo accasciato, scivolato giù dalla croce. Le descrizioni dell’ottocento sono severe: Santa Maria in Cosmedin non custodiva sculture lignee di pregio. Ma il dolore per quello scempio non cessa, anche se era di scarso valore. Il crocifisso è appoggiato su quel che resta dell’altare nella prima cappella a destra. Le mani inchiodate hanno trattenuto le braccia in alto mentre il corpo si è piegato sull’altare, assumendo una posizione quasi «umana». Quella statua è crollata soprattutto per via dell’umidità. Il soffitto non protegge più la chiesa dalla violenza della pioggia, il pavimento antico, dopo le precipitazioni dei giorni scorsi, è coperto da un laghetto di due dita d’acqua. Anche i muri sono percorsi da imponenti rivoli che scivolano inesorabili, divorano stucchi e pareti, e s’infilano fin dentro il basamento della chiesa. È decisamente preoccupante la gigantesca crepa che corre lungo tutta la navata. È larga e lascia passare acqua e vento. Un occhio inesperto penserebbe che la struttura è a rischio crollo e che la piazzetta antistante, colma di auto in sosta e passanti, è potenzialmente pericolosa. Ma lanciare allarmi senza avere certezze è atto irresponsabile: meglio aspettare che siano gli esperti (ingegneri o vigili del fuoco) a dare un giudizio attendibile sulla staticità dell’edificio. Sotto la chiesa c’è una terrasanta che è la copia identica dell’area superiore: altari e colonne antiche in mezzo alle ossa dei morti. Probabilmente era la prima chiesa fondata nel 290, sulla quale si sono succeduti i rifacimenti e gli ampliamenti. Ai lati della terrasanta una fitta rete di cunicoli si dirama per centinaia di metri. Dall’interno di Santa Maria in Cosmedin, si arriverebbe anche ai piani superiori dove hanno alloggiato per secoli i sacerdoti e dove c’era la stanza del vescovo Eustazio, la cui figura era venerata nel 1600 dai Barnabiti. Salire, però, è pericoloso. Anzi impossibile. Passaggi e scale si sfaldano sotto ai piedi, e percorrerli sarebbe un rischio grande. La chiesa è inserita nell’ambito del progetto di rivalutazione del centro storico Unesco: dovrebbe diventare museo e centro di sviluppo del vicino Borgo Orefici. Sono stati previsti 950mila euro. Se date uno sguardo alle foto di questa pagina capirete che basterebbero a poco.