Fiume di liquami lungo le scale dell'ex convento

Gradini Suor Orsola: scarichi fognari a cielo aperto per una colonna fecale rotta
9 marzo 2010 - Paolo Barbuto
Fonte: Il Mattino

Liuami lungo le scale dell'ex convento Gradini Suor Orsola: dieci metri più giù c’è il corso Vittorio Emanuele; la fermata intermedia della funicolare centrale la tocchi allungando una mano. È il cuore della città. Dietro a un imponente palazzo si inerpicano scalette antiche. Quelle scalette, mai frequentate e abbandonate a un destino amaro, sono state trasformate in sversatoio per liquami. «Cercate la fecale che scarica direttamente sulle scale? - sorride una donnona più larga che alta - è facile, basta seguire il percorso della carta igienica». Se fosse la scena di un film, strapperebbe un sorriso. Siccome è realtà vera, vengono le lacrime, e anche un senso di ripugnanza, oltre a una insostenibile indignazione. La prima parte delle rampe dei gradini Suor Orsola va a sbattere contro un’antica e immensa edicola votiva. Una volta doveva essere riempita da una immagine sacra, oggi c’è solo un piccolo crocifisso nero di ferro inchiodato al tufo, utilizzato in maniera blasfema per reggere un filo della corrente elettrica. Le scale piegano repentinamente sulla destra, ed è qui che si intuisce la realtà: quel segno nero e marrone che corre lungo le scale e che sembra fango rappreso, costellato di stelle filanti bianche, non è fatto di fango e terriccio. Seguendo a ritroso il percorso del rivolo (che ieri era rappreso, non utilizzato di recente), si comincia a capire qualcosa. Punta dritto verso un grosso tubo di plastica che si arrampica su un muro. E più ci si avvicina alla base del tubo, più aumentano i resti di quello che prima sembrava fango e che invece è cacca; e diventano decine le strisce di stelle filanti bianche, che invece sono pezzi di carta igienica (sporchi) e arrotolati dall’acqua durante la discesa a piombo verso le scale. Lo scenario è ripugnante. Fortunatamente quello scarico non è utilizzato spesso, o forse ieri era una giornata particolare perché non c’era moltissima «roba», e quella che c’era era stata seccata dal vento e dal sole. Secondo la donnona larga, però, c’è ancora chi ne fa uso frequente: «Adesso sembra poco perché la settimana scorsa è venuta la pioggia forte che ha lavato tutto. Lungo le scale, quando ci sono i temporali, l’acqua corre con intensità, si porta molta roba e cancella per qualche giorno la puzza». Che, invece, ieri era pungente. Decisamente di fogna. La vicenda è già nota sia all’ufficio fognature che alla polizia municipale. L’anno scorso è stato presentato un esposto-denuncia sulla vicenda, ed è stata aperta una indagine. Probabilmente, però, una soluzione definitiva non è stata ancora trovata: lo scarico non sembra inutilizzato da un anno, e poi quel gigantesco tubo che porta gli escrementi giù per quindici metri e li manda a sbattere sui gradini Suor Orsola è rimasto al suo posto, ben visibile e decisamente «osceno» in un vicoletto che potrebbe essere un gioiello e che invece è un letamaio. Forse sarà stata la presenza della cloaca a cielo aperto, ma quel posto, che si trova a pochi metri da una delle strade più trafficate della città, è ridotto davvero male. Ovunque ci sono rifiuti d’ogni genere: non banali sacchetti neri, ma pezzi di mobili, residui di lavori, cartacce sparse, bottiglie, qualche immancabile siringa. Le scalette sarebbero affascinanti. In pietra lavica nera salgono per una ventina di metri e poi ridiscendono dalla parte opposta verso il corso Vittorio Emanuele. Solo che la parte in discesa non è più coperta dai bei blocchi di pietra nera. Qualcuno ci ha spalmato una poderosa gettata d’asfalto che ha cancellato ogni traccia della bellezza di un tempo, e che non consente di capire se lì sotto c’è ancora la pavimentazione originale o è stata rimossa. Le scalette sono state sfregiate anche da operai che, per salire e scendere più facilmente, hanno realizzato scivoli di cemento e non li hanno rimossi quando sono andati via. Ma in un vicolo pieno di cacca e carta igienica, cosa volete che sia un po’ di cemento sulle scalette antiche?

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