Marzo 2001, sfida nella città blindata: 85 giovani in caserma
dagli scontri dei vicoli alla rivolta degli agenti in questura
Era il 17 marzo del 2001. Il Global Forum di Napoli fu un’anticipazione di quel che accadde a Genova nel luglio successivo. Città blindata, i timori della vigilia subito confermati dai primi incidenti. Pecore al guinzaglio, lancio di verdure e manifestanti che si muovono in corteo: scene tutto sommato tranquille fino a quando non c’è il primo «contatto» a piazza Municipio. Tutto accade in pochi minuti. La testa del corteo No global inscena un’improvvisata «sfida», un contatto fisico, con lo schieramento di forze dell’ordine in assetto antisommossa che presidiava la «zona rossa». Incidenti. Lacrimogeni da un lato, sassi dall’altro. Poi i manganelli che, nella confusione, non riescono a fare troppa distinzione e gli agenti che inseguono i manifestanti dalla zona del Maschio Angioino sin nei vicoli del centro storico. Il peggio, però, arriverà a sera: 85 manifestanti (qualcuno prelevato anche negli ospedali dove si era fatto medicare) vengono portati nella caserma Raniero. Molti poco più che adolescenti che racconteranno di umiliazioni e pestaggi, sputi e richieste di inneggiare al fascismo. Passano pochi mesi, siamo a Genova. È la fine di luglio e alcune persone contestano Luciano Violante, passato nel frattempo all’opposizione, per i fatti di Napoli quando al governo c’era il centrosinistra. Il capogruppo ds non si nasconde: «A Napoli ci sono state cose molto gravi: non c’è stato il morto ma la gravità è stata la stessa di Genova». Passa quasi un anno, è l’aprile del 2002, e i pm napoletani Francesco Cascini, Marco Del Gaudio e l’aggiunto Paolo Mancuso chiedono (e ottengono) gli arresti domiciliari per 8 agenti. In Questura (dove si trovano ancora al lavoro i fermati) scoppia la rivolta: i colleghi bloccano il trasferimento degli otto nelle loro abitazioni. L’allora questore Izzo media. Poco dopo una cinquantina di agenti organizza una catena umana attorno all’edificio: s’ammanettano tra loro, formando un cordone. «Sono arresti con motivazioni politiche», diranno. È uno scontro, durissimo, tra Questura e Procura. Il processo ha preso in esame proprio il presunto sequestro di decine di manifestanti del «Global forum». L’ipotesi più grave, nella fase dibattimentale, non è caduta: 85 ragazzi furono prelevati dai drappelli di polizia degli ospedali napoletani e vennero portati, a bordo dei cellulari della polizia, alla caserma Raniero. Ore di attesa nelle camere di sicurezza, l’ipotesi di ingiurie e violenze imposte ad adolescenti in modo gratuito, azioni di polizia giudiziaria scollegate dal coordinamento con la Procura.