Castello e museo di Baia, i tesori negati
Bacoli. In tanti ne hanno conosciuto l’esistenza solo attraverso la tv. Sei giorni fa, le immagini di «Presa diretta» su Raitre hanno incantato molti telespettatori: sul video scorrevano le sale del museo archeologico dei campi flegrei finalmente visibili. Con tutta la loro suggestione, la loro storia. Eppure, delle 52 sale espositive previste nel castello di Baia, sono visitabili solo quelle del padiglione Rione Terra. Reperti romani perfetti, memorie dei fasti di una zona archeologica preferita dagli antichi per il suo clima, le sue acque, il suo vino. Ma dall’avvio dell’estate, in totale le sale sono rimaste aperte per non più di una decina di giorni. E sempre e solo su prenotazione di gruppi. Una decina di giorni prima, va fatta la richiesta per consentire la predisposizione del personale di vigilanza che ha organici assai limitati. E le visite si sono concentrate soprattutto nei fine settimana. Nel resto dei giorni, il museo è rimasto sprangato. Per castello e museo la Regione ha stanziato 12 milioni di euro presi dai fondi europei. Ne occorrerebbero ancora per proseguire l’opera: adeguamento di cabina e impianto elettrico, personale, investimenti nei servizi. Finora le comitive di visitatori erano in prevalenza gruppi di turisti, soprattutto escursionisti delle navi da crociera arrivate a Napoli. Per attrezzare le sale e rendere visitabile tutte le parti del museo, ci vogliono soldi per i lavori. L’assessore regionale ai Beni culturali, Oberdan Forlenza, ha avanzato critiche sui lavori finora eseguiti con i soldi della Regione. Alla soprintendenza hanno sempre ripetuto che i fondi erano pochi, per gli interventi da eseguire su un sito, come il castello di Baia, di dimensioni enormi e con problemi tecnici particolari. Il museo venne inaugurato nell’estate di un anno fa. A gennaio, venne a visitarlo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, cui furono mostrate tutte le esposizioni: 20 sale, 5 sezioni dedicate a Liternum, Rione Terra, Cuma, Puteoli. In questo periodo, resta aperta solo una sezione. Il problema principale è la cabina elettrica, che non riesce ad assicurare l’illuminazione a tutta la struttura. Le sale, poi, consentono l’ingresso di non più di 25 visitatori e occorrerebbe più personale di vigilanza per disciplinare l’afflusso. Inoltre, anche all’interno del castello di Baia sono necessari adeguamenti per rendere più sicuri percorsi e luoghi. Ma i lavori si sono fermati, quando sono finiti i soldi. Si attendono nuovi finanziamenti regionali, in un confronto a tre che coinvolge Regione, ministero dei Beni culturali e soprintendenza. «C’è un progetto articolato da realizzare completamente, con l’impegno di tutti. Sono sicura che in tutti c’è buona volontà». Nel frattempo, a dicembre il museo chiuderà i battenti. Non saranno possibili neanche le visite a prenotazione. Chiusura tecnica. Sperando che, con l’arrivo della prossima estate, il museo sia ben funzionante e visitabile in ogni sua parte.