«Sporco negro», e lo prendono a cinghiate
Aggressione razzista nel centro storico, l'onda lunga dell'intolleranza si manifesta per la prima volta in maniera esplicita anche nella nostra città, vittima uno studente universitario salernitano di 22 anni, Marco Beyene, iscritto alla facoltà di Scienze politiche dell'Orientale (il padre Yakob, storico docente di Filologia etiope dell'ateneo; la madre, italiana: vivono a Capaccio). L'altra notte Marco è stato aggredito a pochi passi da piazza del Gesù da due giovani dall'aria di skinheads che apostrofandolo «sporco negro» l'hanno colpito ripetutamente al volto con una cintura, picchiando anche un amico - intervenuto per sottrarlo alle frustate - prima che le vittime riuscissero a rifugiarsi in un pub. In strada c'erano una trentina di persone che si sono limitate ad assistere alla scena. Indaga la polizia. Erano le due di notte e il giovane (che durante la settimana abita a Napoli dividendo l'affitto con un altro ragazzo cilentano) dopo essersi trattenuto con il coinquilino in una discoteca di via Cisterna dell'Olio, e poi aver fatto un giretto nella piazza, era da poco arrivato in vico Carrozzieri per bere qualcosa in qualche bar quando ha incrociato i due balordi dalle teste rasate, uno dei quali lo ha affrontato, provocandolo: «E tu che vuoi?». Poi s’è sfilato la cintura ed ha preso a frustarlo violentemente gridandogli più volte «negro di merda». Il coinquilino istintivamente ha tentato di difenderlo. A quel punto è entrato in azione il secondo balordo, con calci e pugni per bloccarlo. Poi le vittime sono riuscire a scappare in una rosticceria. Il titolare ha offerto dei fazzolettini a Marco per ripulirsi il volto sanguinante. Quando i feriti sono usciti, gli aggressori erano spariti. Marco e l’amico si sono recati a piedi al commissariato Decumani, in via San Biagio dei Librai: erano le 3.20 quando hanno bussato (c'era un solo operatore e, in giro, le volanti). Quindi hanno proseguito per l'Ascalesi, dove lo studente è stato medicato per contusioni ed escoriazioni al volto e ad un labbro (guaribili in tre giorni). Questo il racconto di Marco, che venerdì s'è recato di nuovo in commissariato accompagnato da una zia per sporgere denuncia. Gli agenti diretti dal vicequestore Maurizio Casamassima gli hanno già sottoposto delle foto segnaletiche ma non è detto che gli aggressori fossero pregiudicati. Di sicuro, non avevano l'aspetto da studenti: «Jeans a vita bassa, giubbotto nero chiuso fino al collo e, soprattutto, parlata dialettale». Tutto è accaduto alle spalle di Palazzo Gravina (vicino al centro sociale Ska) dove sono in voga «i giovedì degli universitari». Movida che attira anche malintenzionati. Marco è un bel ragazzo, distinto, e qualche soldo in tasca lo aveva ma è escluso il tentativo di rapina. Vagliata pure l'eventualità che ci fosse stata una lite. Le indagini continuano, in campo anche la Digos.