A fuoco la baraccopoli, terrore tra i rom
Campo nomadi in fiamme: questa volta succede a Secondigliano in via Caserta al Bravo. Potrebbe trattarsi dell’ennesimo gesto di intolleranza o di un incendio provocato dal bisogno di riscaldarsi in una nottata gelida. Sono al lavoro i vigili del fuoco per stabilire se le fiamme siano state causate intenzionalmente. Fortunatamente in questo caso non ci sono state vittime né si contano feriti. Le fiamme sono scoppiate nella notte tra sabato e domenica intorno alle 4,30 e sono partite da un cumulo di rifiuti, soprattutto stracci e materiali di risulta che erano accumulati all’interno del campo. Tutti i nomadi presenti al momento dell’incendio, una quarantina secondo il commissariato di Secondigliano guidato dal vicequestore Sergio Di Mauro, sono fuggiti prima dell’arrivo dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, probabilmente per evitare di essere identificati: si potrebbe trattare di clandestini. Il campo di via Caserta al Bravo non ha alcun tipo di servizi igienici, ma solo giacigli improvvisati e baracche di lamiera. Non ha residenti stabili, ma è una sorta di prima tappa per i rom che arrivano a Napoli e che poi si dirigono verso campi meglio organizzati, in genere in quello di via Maddalena. Nella zona si rifugiano spesso anche i barboni che dormono in improvvisati rifugi di cartone. Il terreno è ingombro di rifiuti di ogni genere: qua i nomadi vivono tra la spazzatura. E proprio da questi cumuli di rifiuti sono partite le fiamme. L’accampamento si trova sotto un cavalcavia che è stato sottoposto anche a verifiche di staticità e a causa dell'intenso fumo si è proceduto anche a chiudere le rampe d’accesso alla Circumvallazione esterna, che collega Napoli con i comuni dell’hinterland. La strada è stata riaperta dopo qualche ora. Per tutta la giornata sono andati avanti i rilievi dei vigili del fuoco. Due, come accennavamo, le ipotesi al vaglio degli inquirenti. La prima: un gesto di intolleranza e di razzismo come quelli dello scorso maggio a Ponticelli dove nel giro di poche ore fu appiccato il fuoco a tutti i campi rom della zona che furono così «liberati» dagli abitanti accusati dai residenti di essere la causa del degrado del quartiere. La seconda: le fiamme potrebbero essere state accese dai nomadi che si erano rifugiati sotto al cavalcavia nel tentativo di fronteggiare il gelo particolarmente intenso in questo periodo. Solo per un soffio sarebbe stata evitata una tragedia come quella di Ostia dove una donna rom e il suo bambino sono morti nel rogo provocato dalle fiamme accese nel tentativo di ripararsi dal freddo. Le indagini vanno avanti, ma solo dopo il verdetto dei vigili del fuoco si potrà chiarire la situazione. Ma l’assessore alle politiche sociali, Giulio Riccio, è convinto che a provocare il rogo sia stato un gesto di razzismo. «l’incendio appiccato tra Casavatore e San Pietro a Patierno non è certamente da imputarsi alla popolazione - sostiene l’assessore - È evidente che bande di criminali spadroneggiano liberamente nelle aree più isolate del nostro territorio, commettendo violenze ai danni dei più deboli». Secondo Riccio la vicenda di Secondigliano si inquadra in una situazione di intolleranza verso le diversità che si va diffondendo nel Paese. E perciò l’assessore chiede alle forze dell’ordine di incrementare la vigilanza: «Continuano episodi inquietanti di caccia ai cittadini poveri, stranieri e rom, che vivono per strada senza fissa dimora in condizioni di estrema povertà - dice - Credo che in queste ore ore sia necessaria un’azione più costante delle forze dell’ordine sul territorio, per prevenire violenze su stranieri o poveri, soprattutto in previsione della notte di fine anno che può essere occasione per balordi o bande di teppisti per episodi di violenza. Auspico che da parte della Questura di Napoli, sempre attenta a questi temi, ci siano azioni di prevenzione verso quei soggetti che si sono resi in più occasioni protagonisti di episodi di intolleranza e di violenza».