Beni artistici da tutelare, l’appello e l’allarme lanciato dai comitati: «A rischio crollo 200 chiese»

Monumenti sfregiati Sos contro il degrado

L’allarme delle associazioni: manca una pianificazione. L’assessore: pronti 6 milioni per la riqualificazione
9 dicembre 2008 - Anna Maria Asprone
Fonte: Il Mattino

Dalla fontana dei Papiri e dei Leoni al Molosiglio, passando per la sorgente della acqua «zuffregna» fino alle fontane della Maruzza a Portosalvo, del Morecino al Mercato e dei giardini del Carmine sulla Porta Angioina. Chiunque si trova a passare davanti a uno di questi gioielli napoletani vede innanzitutto la devastazione che ne offusca la bellezza. E statue decapitate e sfregi di ogni genere su chiese, edifici e fontane. Ma da Palazzo San Giacomo arriva l’assicurazione: «Sono pronti sei milioni di euro dai fondi Por per riqualificare i monumenti» dice l’assessore Imperlino. Eppure l’unicità dei beni monumentali partenopei ha spinto l’Unesco ad accettare nel 1995 la richiesta, capeggiata dall’allora soprintendente Mario De Cunzo, di conferire a Napoli il titolo di «patrimonio dell’umanità». Riconoscimento che ora gli ispettori dell’Unesco vogliono verificare e per questo oggi saranno a Napoli per un ispezione. E il rischio è il ritiro dell’importante patrocinio. E per combattere il degrado si sono moltiplicate negli anni le denunce da parte delle associazioni per la tutela dei beni artistici, tra cui il «Comitato civico Portosalvo». Perché su un patrimonio di circa 450 edifici di culto a Napoli, sono infatti, ben 200 le «chiese dell’arte» che nonostante siano sotto tutela Unesco da tredici anni, rischiano di rimanere irrimediabilmente danneggiate. E a queste, si aggiungono decine di monumenti e palazzi storici che, giorno dopo giorno, rivelano un degrado ormai quasi irreversibile. «Stiamo rischiando di perdere gran parte del patrimonio storico e artistico della città - dice Antonio Pariante, presidente del comitato Portosalvo - i soldi bisogna spenderli per i restauri delle chiese, delle fontane e dei palazzi storici napoletani che stanno andando in rovina, più che per i musei contemporanei. Il fatto è che manca una strategia d’insieme finalizzata al recupero dei monumenti - aggiunge Pariante - manca una struttura di coordinamento specializzata per gli interventi di recupero sulle diverse tipologie monumentali. Finora i restauri sono stati realizzati senza pianificazione». Accuse neanche molto velate agli enti locali che, però reagiscono prontamente. «C’è già un progetto approvato di recente in giunta - spiega l’assessore comunale all’arredo urbano Luigi Imperlino - e che vede al centro la riqualificazione, l’illuminazione e la pulizia dei monumenti. Un progetto finanziato con una spesa di 6 milioni già disponibili grazie ai Por 2001-2007. Ma questa conclude è solo una prima tranche di un intervento più complessivo che sarà illustrato nei prossimi giorni dal sindaco e dall’assessore di competenza, Felice Laudadio, che ha la delega per la valorizzazione della città storica».

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