Acqua ai privati, la regione tenta il blitz sulla legge
ella sede regionale della Uil ieri il governatore della Campania, Stefano Caldoro, intervenendo al convegno «Acqua bene prezioso», rassicurava i rappresentanti locali del Forum sull’acqua pubblica: «La legge regionale sul riordino del sistema idrico integrato si può discutere, per migliorarla». E prometteva un incontro con i comitati. A qualche centinaio di metri, il consiglio regionale aveva all’ordine del giorno l’approvazione di quella stessa legge.
Il voto alla fine è stato bloccato. La versione ufficiale recita: erano iscritti all’esame tre dl, il presidente della commissione ambiente Luca Colasanto (Fi) ha proposto che venissero inviati, oggi, in commissione, per arrivare a un testo unico. Ma nei corridoi girava un’altra versione: il voto avrebbe potuto comportare lo scioglimento del cda della Gori spa, gestore privato dell’Ato3, facendo saltare l’accordo politico siglato qualche giorno fa. Un giro in commissione per verificare meglio e poi il voto in tempi rapidi. Sull’acqua c’è fretta di chiudere: nel 2015 ci saranno le regionali.
Secondo il testo predisposto dall’assessore all’ambiente Giovanni Romano, i quattro Ambiti territoriali ottimali esistenti dovrebbero diventare tre: l’Ato2 raccoglierebbe da solo circa 4 milioni di abitanti (la Campania ne ha 6). Tre i candidati a gestire il servizio. Emanazione dell’Acea di Caltagirone, la Gori Spa è nota per il pessimo servizio offerto nei 76 comuni serviti, le assunzioni gradite alla politica e i tanti appalti esterni. La regione nel 2013 ha messo in campo la ‘Salva-Gori’ per alleggerire il debito di 282 milioni contratto con l’ente. Il forzista Carlo Sarro, commissario straordinario dell’Ato3 e avvocato di Nicola Cosentino, ha provveduto ad aumentare le tariffe del gestore Gori del 13,4%.
Il cda della Gori è appena stato rinnovato e i partiti si sono spartiti le poltrone: Maurizio Bruno, consigliere in quota Fdi; Savatore Stabile legato al senatore di Fi Antonio Milo; Antonio Sodano, vicino al deputato di Fi Paolo Russo; in quota Pd Rachele Iovino. Ma la casella che pesa è quella di presidente. Cosentino sta giocando la partita della vita per tornare in politica da protagonista: prima ha spaccato il gruppo consiliare di Fi, trascinando suoi fedelissimi in Forza Campania, poi ha imposto la nomina a presidente del cda della Gori di Amedeo Laboccetta. Ex missino approdato alla corte di Berlusconi e ora da Nick O’ Mericano, Laboccetta è indagato a Roma per favoreggiamento: nel 2011 durante la perquisizione in casa di Francesco Corallo, dominus della società Atlantis e re delle slot machine, sottrasse dalle mani di un finanziere il portatile di Corallo, dicendo che era suo e in quanto parlamentare non poteva essergli requisito. Una figura talmente indigeribile da provocare la reazione postuma del Pd: i tre candidati alla segreteria regionale hanno sconfessato il partito e chiesto di azzerare le nomine.
Il nuovo che avanza si chiama Acquedotti Scpa controllata da Ottogas Srl di Luca Rivelli, amico dell’ex presidente della provincia di Napoli, il forzista Cesaro. Resta l’Abc, l’azienda speciale pubblica del comune di Napoli: la regione non le ha ancora dato ufficialmente la gestione. Se passasse la proposta Romano l’acqua finirebbe ai privati. Oggi però l’Istituto italiano studi di politica ambientale, Legambiente, Libera, Movimento difesa del cittadino e Coordinamento acqua pubblica notificheranno alle regione il loro dl sul servizio idrico integrato, basato sul rispetto dei referendum e sulla convenzione di Aarhus, per provare a tenere l’acqua in mani pubbliche.