Scempio a Miseno il colombario tra acqua e rifiuti

Le liti Perenne conflitto sulle spese e i lavori per tenere in ordine il sito
11 novembre 2013 - Patrizia Capuano
Fonte: Il Mattino

MONTE DI PROCIDA. Stucchi e opus reticolatum a rischio cedimenti per il colombario di epoca imperiale adiacente il lago Misene. Ricoperto per decenni da sterpaglie, assediato da detriti di fango e dalle piogge, il complesso funerario è spesso allagato. Nel weekend poi diventa un'area di sosta selvaggia. Il pericolo imminente è che crolli. L'Sos è stato lanciato da gruppi civici locali che hanno costituito - grazie all'iniziativa di NestoreAntonio Sabatano, presidente dell'associazione Michele Sovente - il comitato «Salviamo il colombario di Miliscola». Hanno chiesto a varie riprese interventi del Comune e della Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei. I cittadini mirano a sensibilizzare le istituzioni affinchè la struttura funeraria, che ospitava il cimitero della flotta imperiale di stanza a Misene, venga recuperata e tutelata. E non si esclude che la richiesta sia inoltrata al ministero per i Beni e le Attività cultura- La denuncia Scempio a Miseno il colombario tra acqua e rifiuti li. Si chiedono azioni di restauro e salvaguardia del sito archeologico, minato nella parte emersa dagli agenti atmosferici e, alla base, dall'acqua piovana che visibilmente ne mette a repentaglio la stabilità. Lo scarso deflusso delle piogge, negli anni, ha peggiorato le condizioni della necropoli di solito invasa dal fango. Così la struttura in opus reticolatum è a rischio cedimento, mentre gli stucchi sono sempre più deteriorati. C'è inoltre scarsa chiarezza nelle competenze. Infatti, nonostante il colombario rientri nel Comune di Monte di Precida sembra che la proprietà sia del Centro Ittico campano. Il restyiing spetterebbe invece alla Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei che ha avviato, nei mesi scorsi, dei sopralluoghi in sinergia con il locale ente pubblico. D polo funerario era una tappa del percorso costruito dai romani, un iter che da Capo Miseno attraversava Miliscola (dal latino militum schola) per proseguire verso la costa domitio-flegrea. E lungo questo itinerario, ricco di testimonianze storiche, è stata rinvenuta a Cappella la più grande necropoli dell'area con le spoglie dei marinai della flotta imperiale. Kportata alla luce, è stata racchiusa in un parco archeologico. Intanto lo stato di conservazione del colombario di Miliscola, adiacente il Miseno, appare secondo i comitati civici «gravemente compromesso dall'acqua piovana e dal fango che per molto tempo non sono defluiti correttamente - affermano i cittadini - ma accumulati sulla struttura archeologica hanno arrecato danni alle mura e agli intonaci». Gli agenti atmosferici e gli allagamenti ripetuti avrebbero di fatto minato l'integrità del colombario danneggiando opus reticolatum e stucchi pregiati.

Powered by PhPeace 2.6.4