Città della Scienza: si rafforza la pista interna acquisiti i bilanci, vigilantes a confronto
LE VERSIONI degli addetti alla vigilanza e i conti dellafondazione. Sono i due capitoli sotto i riflettori degli inquirenti impegnati nelle indagini sul rogo di Città della Scienza. E dunque sembra rafforzarsi la pista "interna" che sin dal principio dell'inchiesta era stata affiancata all'ipotesi di una matrice esclusivamente camorristica dell'incendio. Nei giorni scorsi, è stata completata l'acquisizione dei documenti relativi ai bilanci. L'obiettivo è ricostruire se, frale voci riguardanti i flussi di denaro in entrata e in uscita, possa nascondersi un eventuale movente del gesto che ha colpito uno dei simboli della rinascita culturale del quartiere Bagnoli, suscitando l'indignazione dell'Italia intera. Nei giorni scorsi, intanto, i pm Michele Del Prete e Ida Teresi, titolari del fascicolo con il coordinamento del procuratore aggiunto Giovanni Melillo, hanno disposto un confronto tra i due addetti alla vigilanza della struttura di Bagnoli che erano in servizio la sera del 4 marzo scorso. L'atto istruttorio è stato disposto per chiarire alcune discrepanze tra le versioni rese dai due testimoni, in particolare con riguardo agli orari, agli interventi, alle presenze e alla suddivisione delle competenze. Anche il capo della vigilanza è stato ascoltato come teste allo scopo di sistemare questi tasselli che appaiono determinanti ai fini di una completa ricostruzione della vicenda. Al lavoro ci sono gli agenti della squadra mobile diretta da Ferdinando Rossi e della Digos guidata da Filippo Buonfiglio. Anche il procuratore capo Giovanni Colangelo sta seguendo con attenzione gli sviluppi dell'inchiesta. Gli attentatori, è emerso dalle indagini, hanno agito come se sapessero perfettamente come, dove e soprattutto quando colpire. Un elemento che ha fatto immediatamente ipotizzare possibili (allo stato però ancora tutte da accertare) complicità interne. Ciò non toglie, ragionano gli inquirenti, che un'azione del genere, anche per la professionalità con la qualeèstatamessaasegno, potrebbe essersi avvalsa almeno nella sua fase esecutiva di soggetti legati o comunque riconducibili ad ambienti della criminalità organizzata della zona flegrea. Quanto al movente, tutte le strade vengo no scandagliate. In questi quattro mesi di lavoro, sono pervenute numerose indicazioni, nessuna delle quali però sembra ancora corroborata dai riscontri sufficienti p er imprimere la svolta. «Main vicende come questa, le carte spesso parlano più dei testimoni», suggerisce un investigatore. E tra i documenti acquisiti, adesso, si sta frugando per risolvere il giallo di Città della Scienza.