Città della Scienza, passa la linea de Magistris
NAPOLI. Passa la linea del sindaco per ricostruire Città della Scienza. Ð comitato interministeriale incaricato di decidere il luogo dove dovrà risorgere la cittadella scientifica si è riunito ieri pomeriggio a Roma. La commissione presieduta da Guido Trombetti, che riunisce le istituzioni locali ed i ministeri dello Sviluppo Economico, dell'Istruzione e della Coesione Territoriale, ha valutato i diversi scenari per la ricollocazione del museo e dettato le linee guida dell'intervento. Tre i punti cardine sui quali si è trovato l'accordo. La parte di Città della Scienza andata in fumo sarà ricostruita a monte del sito originario, nella zona attualmente occupata dall'area Newton e dove è presente l'incubatore d'impresa. La porzione di manufatti che si è salvata, invece, verrà mantenuta. Soprattutto l'ingresso, che resterà lì dove è sempre stato. Un forte messaggio politico e civile indirizzato a chi ha perpetrato il terribile disastro. Passa anche la proposta avanzata dal primo cittadino di far partire contestualmente alla ricostruzione della cittadella scientifica anche i lavori per la bonifica dei fondali ed il ripascimento della spiaggia, finalizzato al ripristino della linea di costa. Trionfa la battaglia ambientalista del sindaco, che voleva restituire ai cittadini ed ai comitati di Bagnoli il pubblico arenile. Una spiaggia di 30-50 metri di profondità che si estenderà dalla colmata a mare dell'ex Italsider a Coroglio. Per realizzare l'opera, si potrà attingere ai 50 milioni di euro già disponibili per la bonifica. Sarà necessario, ad ogni modo, il voto del consiglio comunale e l'emanazione di un nuovo bando da parte del Provveditorato alle Opere Pubbliche. Ð terzo punto riguarda il controllo delle risorse. Si è deciso unitariamente che questo dovrà rimanere saldamente in mano pubblica, trattandosi di finanziamenti pubblici. Fermo restando il rispetto dell'autonomia della governance della Fondazione Idis. Resta sospeso, al momento, il destino della colmata. I sodi per bonificarla non ci sono, così come manca una discarica in grado di contenere il milione e SOOmila metri cubi di detriti e scorie. L'ipotesi più accreditata, quindi, prevede di sigillarla a monte con una barriera idraulica di cemento armato per bloccare i flussi inquinanti che defluiscono dal retroterra e chiuderla a mare con una comice di palancole di metallo, che la isoli completamente dai fondali.