Trovata una tanica di benzina ecco la firma degli incendiari
Una traccia in corso d`opera l`hanno trovata. Il sotto, inmezzo a quell`ammasso di macerie e detriti: non lontano dal bar, tra plastica e compensato ridotti in cenere, una firma (ovviamente tutta da decifrare) l`hanno acquisita. Un frammento di tánica di benzina, lo strumento usato per chiudere i conti con la storia di un progetto avveniristico e per ottenere ancora tante cose messe insieme, tutte prese singolarmente - funzionali a un obiettivo, convenienti per qualcuno, decisive in vista di qualcos`altro. Eccolo l`indizio, eccola una possibile traccia utile: un pezzo di tánica di benzina, al momento poca roba, comunque da valorizzare, almeno nella strategia della Procura di Napoli: che punta a congelare indizi, raccogliere elementi, salvare anche il più piccolo dei particolari, ovviamente in vista di una svolta che al momento non c`è ancora. Inchiesta su Città della scienza, indagine empirica, si va dal particolare all`universale, dal dato apparentemente isolato per approdare a un discorso d`insieme che oggi si arricchisce di altre voci, di altri elementi finora raccolti. È così che due giorni fa, gli inquirenti hanno deciso di ascoltare un`altra voce, altra potenziale persona informata dei fatti da inserire nel fascicolo sul rogo del quattro marzo scorso. Si tratta di Emilia Bocchetti, è impiegata a Città della scienza, si occupa del ramo amministrativo. Specializzata in contenziosi, uno dei punti da monitorare nel corso delle indagini commissionate alla Digos, alla Mobile e al comando provinciale dei carabinieri. Un nuovo interrogatorio, doverosa in questa storia una premessa: di fesi dal penalista Giuseppe De Angelis, i vertici di Città della scienza ricordano di essere parte offesa, chiedono verità e risposte rapide dalle indagini, sono pronti a costitursi parte civile nel corso di un eventuale procedimento. Incendio doloso, indaga la Dda di Napoli sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Gianni Melillo, al lavoro i pm Michele Del Prete e Ida Teresi, l`attenzione è tutta rivolta a salvare elementi che potrebbero rivelarsi utili quando ci sarà un`ipotesi di accusa ben definita. Inchiesta che si snoda proprio mentre si fa acceso, se non agguerrito, il dibattito politico-amministrativo sulla gestione dei finanziamenti (circa 23 milioni di euro nei prossimi tré anni) per ricostruire il polo museale, ma anche sulla location destinata ad ospitare la nuova città della scienza. lìi costruirla sul posto o utilizzare altre aree? Scelte complesse, destinate a spostare decine di milioni di euro da una mano all`altra, di cui si è probabilmente accennato qualche giorno fa in Procura, quando il sindaco Luigi De Magistris ha incontrato gli inquirenti. Indagine complessa, si lavora su ormai ridondanti convergenze parallele: incendio appiccato lunedì quattro marzo, quando il grosso dei vigili del fuoco era stato impegnato dalla mattina a Chiaia, per tamponare l`emergenza prodotta dal crollo di un edificio storico della Riviera. Un`azione mirata, confermati i sei punti usati dagli incendiali (quattro sulla zona mare, due in zona terra), al lavoro mani esperte. Ma quali sono le piste della Procura? Indagine su più livelli, con possibili contatti intermedi: si batte un filone intemo, legato all`appalto aggiudicato da una commissione intema per gestire il catering; poi c`è attenzione su appalti aggiudicati e premi assicurativi legati a un incendio doloso. Partiamo dall`appalto, quello della bouvette interna, che spinge gli in quirenti ad accertare il profilo di tutte le ditte concorrenti, poi estromes se. E c`è un fatto singolare, in questa storia di contratti per gestire il catering: poche settimane fa, di notte, qualcuno aveva eretto un muro abusivo nei pressi del bar, un abuso, una sorta di sfregio interno al polo museale. Indagini anche sulla camorra, si punta sul clan D`Ausilio, radicato sul territorio e specializzato proprio nei raid incendiari: non passa inosservato l`incendio di due auto negli anni scorsi (non ad agosto, come pubblicato giovedì mattina, ndr), all`esterno di Città della scienza, in un`ottica ritorsiva ancora al vaglio degli inquirenti. Terza pista, quella della destabilizzazione, che oggi più che mai fa i conti con le scelte amministrative e i milioni di Stato promessi dalla regìa interministeriale. Accertamenti alle battute iniziali, si lavora anche sui profili personali di tutti i dipendenti, anche per stabilire l`esistenza di contatti con lo scenario criminale di Bagnoli. Dalle prime analisi, ci sarebbero cinque o sei soggetti borderline, legati al contesto più duro della periferia occidentale, un altro indizio da inserire in un mosaico che sta via via prendendo forma.