Città della Scienza pista interna e giallo dell`auto in fiamme
La pista interna, quella che porta ai contratti per esercitare attività commerciali nel polo museale, ma anche ai finanziamenti pubblici, alle assunzioni. Poi i rapporti con il territorio, che spingono ad assumere nel corso degli anni gente che preme dal basso, che magari non ha i requisiti, ma che conviene comunque assumere per evitare problemi. Scenari, ipotesi al vaglio degli inquirenti, nel corso delle indagini sul rogo del quattro marzo, quello che ha mandato infumo tante cose messe assieme: come la storia ventennale di unmuseo conosciuto e stimato nei circuiti della cultura ufficiale, un pezzo di Napoli, ma anche una zavorra di problemi, tra finanze asfittiche, mancanza di liquidità, futuro incerto. Sopralluoghi, raccolta di indizi, caccia al particolare che ti da la svolta. Ed è così che agli atti finisce anche un episodio di qualche mese fa siamo nel pieno della scorsa estate - quando lì in Città della scienza le fiamme divorarono un`auto in sosta. Un rogo, un` auto distrutta, difficile anche accertare se si trattava di un fatto doloso o di un incidente. Fatto sta che oggi anche quel particolare può risultare prezioso nella trama investigativa disegnata in queste ore in Procura. Al lavoro il procuratore aggiunto Gianni Melillo e i pm del pool antìcamorra Michele Del Prete e Ida Teresi, che stanno passando al setaccio la storia di unmuseo-simbolo del riscatto culturale di fine secolo. Auto incendiata, ancora fiamme, inevitabile una domanda: sono le stesse fiamme che di uà qualche mese - lo scorso quattro marzo - avrebbero annullato Otta della scienza? C`è la stessa regìa? Troppo presto per dirlo, mentre si scava nei rapporti tra management eterritorio, battendo su due profili: le assunzioni e gli appalti, due aspetti centrali nel rapporto con Fuorigrotta e Bagnoli. Quante persone sono state assunte in questi anni? E che rapporto avevano con famiglie ritenute in odore di crimine orgaizzato? Diversi gli interrogatori condotti in queste settimane, in Procura arrivano persone potenzialmente informate dei fatti. È il caso dell`assessore al Lavoro Severino Nappi, ascoltato per ricostruire ai pm le logiche - e le condizioni - che spingono ad assegnare la cassa integrazione; ma anche il dirigente Enzo Upardi (consigliere delegato di Città della scienza) e il patron Vittorio Silvestrini. E non è tutto, almeno a seguire gli accertamenti condotti ai piani alti dell`ufficio inquirente. Si lavora sui bilanci, sulle vod in rosso, tanto da ascoltare dirigenti spedalizzati nel settore. Profumo di soldi, nessuna volontà di criminalizzare la gestione economica da parte della Procura, ma tanta voglia di capire come ha funzionato in oltre vent`anni la gestione dei finanziamenti e dei contratti sul versante ocddentale della costa napoletana. È il punto da battere, mentre sul piano tecnico le indagini sono affidate agli esperti della polizia scientifica agli ordini del primo dirigente Fabiola Mancone. Strana storia quella dell`incendio del quattro marzo. Mare calmo, appena un po` increspato, cielo terso, con quel tanto di brezza che aiuta, che alimenta il fuoco appiccato in almeno sei punti: in quattro inneschi sul lato mare, due dalla parte intema, quella che confina con la strada. Poi ci sono tante anomalie più o meno note, che comunque conviene ripetere fino alla noia, almeno fino a quando non sarà chiaro a tutti che l`attenzione sulle fiamme di Bagnoli difficilmente potrà calare col tempo. Come la storia del sistema antincendio che non è scattato, dei custodi che non hanno raccolto elementi degni di nota, della bravura tecnica di chi ha appiccato le fiamme in un quartiere in cui la camorra è specializzata proprio negli incendi ad orologeria. Come quello dell`auto distrutta appena la scorsa estate?