«Quel rogo ferita atroce subito la ricostruzione»
Le macerie di Città della Scienza, di fronte al mare di Bagnoli, non bruciano più. Due settimane dopo il rogo notturno, che ha illuminato funestamente il disastro di un quartiere in etema attesa, restano gli scheletri bagnati dalla pioggia incerta di marzo. Ma la cicatrice non si rimargina. «È un`atroce ferita inferta a Napoli, alla cultura e alla scienza, ma non è letale» ha commentato, guardando lo scempio, il ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Omaghi. «Ci rimboccheremo le maniche e faremo di più e meglio». Ieri mattina era in visita a Coroglio, per incontrare il presidente della Fondazione Idis, Vittorio Silvestrini, e fare un giro nel polo di divulgazione scientifica andato parzialmente in fumo. Lo accompagnava il presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici, Francesco De Sanctis, che si è fatto promotore della visita. Lo ha rimarcato lo stesso ministro: «È stato De Sanctis, un napoletano che rappresenta il meglio dell`intellettualità di Napoli e d`Italia, a chiedermi di venire qui». Il dicastero di Omaghi non ha competenza specifica su Città della Scienza, che fa riferimento al ministero dell`Università e della Ricerca, ma, ha spiegato lo stesso Omaghi, «ha diverse ragioni per una vicinanza speciale rispetto a quanto è accaduto». In sostanza i soldi previsti arriveranno da altre fonti e, di fatto, il ministero della Cultura si farà parte attiva non solo per accelerare qualsiasi pratica burocratica per la ricostruzione rapida del polo scientifico di Bagnoli, ma metterà a disposizione il proprio know-how per le forme e i contenuti della rinascita del parco distrutto. «Questa struttura è e sarà ancora di più una realtà straordinaria nel rapporto scienza-impresa» ha aggiunto Omaghi «come volano di sviluppo per il territorio, ma anche per lo stesso rapporto tra scienza e umanesimo». E ha spiegato così la propria visita: «Chiunque abbia a cuore la cultura doveva passare di qui e portare una vicinanza speciale e anche un im- pegno fatavo e credibile di collaborazione futura». Ornaghi ha discusso in un incontro a porte chiuse con Silvestrini del futuro di Città della Scienza e l`ha invitato a formalizzare richieste specifiche. «Da lui» ha spiegato all`uscita «ho ricevuto un quadro preciso e realistico che ci è di conforto e di speranza e che ci aiuterà a far tornare a posto e addirittura meglio di prima». Il ministro non si è sbilanciato oltre. Del resto il suo mandato è agli sgoccioli. O anche no. Dipende dal gioco politico in corso. Il governo tecnico è formalmente in carica per la normale amministrazione, ma è una fase transitoria che potrebbe stabilizzarsi per molti mesi, se, per esempio, si andrà a nuove elezioni. Allora diventa centrale proprio il ruolo delle strutture inteme e stabili del ministero, con De Sanctis in una posizione-cardine. «Siamo vicini a questo complesso scientifico, al di là delle nostre strette competenze», ha commentato a sua volta De Sanctis che ha provato a guardare oltre Città della Scienza: «Bisogna pensare questa struttura, già importante per se stessa, inserita nel rilancio complessivo di Bagnoli, un quartiere che ha un grande potenziale culturale e forte valore paesaggistico, oltre a siti archeologici di importanza enorme. L`incendio è stato un tentativo di bloccare il rilancio di un`area di Napoli che da anni, per vicende complesse, non riesce a decollare. Città della Scienza era una delle poche realtà che funzionavano. E bisogna farlo ridiventare un volano per la rinascita». Il dibattito che tiene banco è anche quello sulla delocalizzazione. Bagnoli o altrove? O altre aree di Bagnoli, in modo da lasciare libero l`arenile? De Sanctis è stato chiaro: «È una discussione aperta, ma per quanto mi riguarda, in linea di massima, credo che un`istituzione debba restare laddove ha messo le proprie radici. Trapiantarla altrove potrebbe significare anche distruggerla. E, nel caso specifico, si rischierebbe di uccidere anche le speranze di tutta Bagnoli».
Ad aspettare il ministro c`era no anche alcuni rappresentanti dei lavoratori. Daniele Lubrano, a nome di tutti, ha illustrato al ministro le preoccupazioni dei dipendenti di Città della Scienza, ora in cassa integrazione, ma per mesi senza stipendio. «Con una crisi del genere» ha detto Lubrano «siamo tutti in difficoltà e noi ne siamo consapevoli. Omaghi ci ha assicurato che porterà le nostre richieste al ministro della Ricerca, Profumo per lo sblocco rapido delle risorse. Però ci teniamo a ricordare che vanno bene i fondi stanziati per la ricostruzione, ma Città della Scienza non è solo la struttura andata a fuoco, ma anche i lavoratori». L`impegno L`esponente del governo: pronti a velocizzare le procedure per il via ai lavori.