Baby gang in villa, identificati due minorenni
NAPOLI — usavano il telefonino per darsi appuntamento in Villa Comunale a Napoli. Era lì che prendevano di mira anziani e terrorizzavano bambini, addirittura immortalando le loro imprese con il cellulare. E neppure di fronte ai carabinieri che li hanno bloccati si sono intimoriti. Ecco perché i carabinieri non hanno avuto vita facile per individuare i tré minorenni, uno dei quali è ancora ricercato, protagonisti di una serie di atti violenti nel centro della città che hanno fatto scattare nuovamente l`allarme baby-gang, ragazzini spavaldi pronti ad intimorire e aggredire. Per due volte — è stata la ricostruzione fatta dai militari — hanno prima sputato in faccia ad un anziano e poi hanno rubato il cappello a un vecchietto. Poi, sono andati ancora oltre, picchiando un anziano di 80 anni. Ma secondo gli investigatori, nel loro mirino c`erano anche i bambini che si erano ritrovati in Villa comunale per giocare con la macchinetta elettrica: i tré teppisti hanno minacciato di bruciarla. I carabinieri sono riusciti a risalire, in seguito a indagini, alla mini baby gang. In Galleria Umberto hanno trovato due dei ragazzi di 14 e 16 anni. Di fronte ai carabinieri hanno estratto uno «storditore» elettrico ed un coltello con una lama di 15 centimetri: due militari sono stati feriti lievemente mentre erano in corso le operazioni per bloccare i due minorenni. Sono stati denunciati ma solo per l`aggressione ai carabinieri. Nessuna delle vittime e nessun genitore dei bambini ha però presentato denuncia. I fatti della Villa Comunale hanno preceduto di poche ore un`altra aggressione nella zona di Chiaia dove un giovane è stato accoltellato mentre stava passeggiando. Episodi gravi che fanno riesplodere il problema di una città pericolosa. Tanto che il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, non esita a parlare di situazione di allarme per la sicurezza a Napoli, di «un pessimo segnale che preoccupa questa amministrazione» sostenendo, contrariamente a quelli che erano i suoi auspici di quando diventò sindaco, come sia necessario dare rispo ste che passino da «una maggiore presenza delle forze dell`ordine». Per il primo cittadino «le aggressioni avvenute durante il week end tra piazza Bellini, Ghiaia e la Villa Comunale, insieme ad altri episodi avvenuti nelle scorse settimane tra via Sedile di Porto e i Banchi Nuovi rappresentano un pessimo segnale che preoccupa questa amministrazione che, già nei mesi scorsi, ha lanciato l`allarme in merito». Un grido d`allarme che il primo cittadino rivolge al ministro dell`Interno, con una risposta da Roma che pare possa arrivare anche in fretta. «Consentire lo svuotamento delle piazze e dei vicoli dalla partecipazione di chi vive Napoli significherebbe concedere la atta a un nuovo declino e ad una maggiore insicurezza sociale. Tale esito va scongiurato — ha spiegato —. È necessario impedire che comportamenti vandalici e criminali scoraggino l`aggregazione sociale negli spazi pubblici di Napoli, la presenza delle cittadine e dei cittadini nelle strade e nelle piazze». «Gli spazi pubblici devono essere occupati dalle persone e liberati dai delinquenti e da chi ferisce città. Nei mesi scorsi ho incontrato più volte il ministro dell`Interno e i vertici delle forze di polizia chiedendo un impegno straordinario per Napoli. Un pugno nello stomaco sono, poi, i reiterati furti e gli atti vandalici nelle scuole». Secondo il questore Luigi Merolla «c`è bisogno di lavorare non solo sul fronte della polizia ma anche sul versante sociale, assistendo le famiglie». Merolla sollecita «l`integrazione dei figli degli immigrati nati qui e che possono sentirsi emarginati». D prefetto Francesco Musolino sottolinea come ci sia «una dicotomia. Da un lato — spiega — c`è una città che subisce e grida forte la voglia di stare dalla parte della legalità, dall`altra una frangia che ha ancora paura di denunciare. Ma se non si denuncia, difficilmente noi riusciremo ad avere degli obiettivi - ha aggiunto - Si lavora per i cittadini». Musolino ha sottolineato anche che la «movida violenta» è un «argomento di attenzione sia delle forze di polizie sia del Comitato per la sicurezza pubblica e sarà ancora presa in esame».