Saccheggio dei Girolamini De Caro condannato a 7 anni
Accolta la tesi della Procura stangata anche per i cinque presunti complici
L`ex direttore della biblioteca dei Girolamini, nel centro antico di Napoli, Marino Massimo De Caro è stato condannato a 7 anni di reclusione e all`interdizione perpetua dai pubblici uffici al termine del procès so con rito abbreviato per la sottrazione di centinaia volumi. La sentenza è stata emessa dal gup Egle Pilla. Per De Caro l`accusa aveva chiesto dieci anni. Condannati anche gli altri cinque imputati: cinque anni e quattro mesi e interdizione perpetua dai pubblici uffici per Viktoriya Paviovsky; quattro anni e otto mesi e interdizione per cinque anni dai pubblici uffici per Alejandro Cabello e Mirko Camuri; due anni e otto mesi per Paola LorenaWeigandt e Federico Roncoletd. I sei sono statì riconosciuti colpevoli del reato di peculato per aver sottratto circa duemila volumi dalla storica biblioteca, non tutti ancora recuperati. Il prossimo 26 marzo davanti al gup il processo per il secondo filone dell`inchiesta.
Sette anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici. La sentenza per Marino Massimo De Caro, ex direttore della biblioteca dei Girolamini, arriva nel pomeriggio di ieri ed è di condanna per il saccheggio dei volumi antichi e preziosi sottratti dagli scaffali della storica biblioteca. Il giudice Egle Pula condivide l`impianto accusatorio e condanna De Caro, anche se a una pena inferiore ai dieci anni di reclusione richiesti dal pm in sede di requisitoria. Condannati anche gli altri cinque imputati, che come De Caro hanno scelto il rito abbreviato: Viktoriya Paviovsky a 5 armi e 4 mesi di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici; Mirko Camuri e Alejandro Cabello a 4 anni e 8 mesi e interdizione per cinque anni dai pubblici uffici; Paola Lorena Wigandt e Federico Roncoletti a 2 anni e 8 mesi. Per tutti l`accusa è peculato. E sulla qualifica del capo di imputazione proprio ieri la Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni della pronuncia con cui il 17 ottobre scorso aveva respinto il ricorso della difesa dell`exdirettore contro il provvedimento di custodia cautelare m carcere. «Correttamente - silegge nella sentenza della sesta sezione - è stato contestato il delitto di peculato, mentre i legali del direttore mettevano in dubbio "la qualifica di pubblico ufficiale" di De Caro, e di conseguenza il reato imputategli». Per la Suprema Corte non vi sono «motivi di incertezza sulla natura certamente pubblica delle funzioni esercitate» dal!`allora direttore della biblioteca ne sul «rapporto di diretta causalità» tra il suo lavoro e la «perpetrata appropriazione dei tanti volumi di inestimabile valore culturale, prima ancora che economico, di cui egli abusivamente si è impadronito». Quanto alla sussistenza delle esigenze cautelari, la Cassazione ha sottolineato «l`estensione temporale e la programmaticità» delle appropriazioni di libri di valore, e «l`indubbia spregiudicatezza delle azioni» di De Caro. I motivi della sentenza riprendono anche le testimonianze dei dipendenti della biblioteca sulla «disinvolta rapace asportazione di libri» compiuta da De Caro e dai sodali «in orari serali e notturni» e fanno cenno al provvedimento del Riesame sulla questione intercettazioni in cui si segnalano «emergenze dei dialoghi captati sulle utenze» di De Caro e dei coindagati, in particolare in relazio ne alla «mancata perquisizione del 24 aprile 2012 («per û rispetto dovuto alla prerogative parlamentari")» di un appartamento di Roma, sede dell`Associazione II Buongoverno, presieduta dal senatore Marcello Dell`Utri ma in piena disponibilità delDeCaro», appartamento nel quale, sempre sulla base del contenuto di intercettazioni, sarebbero state depositate diverse scatole con materiali rilevanti per le indagini, e «pretestuosamente indicato come sede della segreteria politica del parlamenta». Le indagini, condotte dai pm Antonella Seria, Ilaria Sasso del Verme e Michele Fini del pool guidato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, hanno alzato il velo sullo scempio compiuto ai Girolamini: circa duemila volumi fatti sparire, spesso piazzati in case d`asta europee e rivenduti a collezionisti. Ora un primo filone processuale si è concluso e nella sentenza è stata stabilita anche una provvisionale di diecimila euro al Comune di Napo li, parte civile. Il prossimo 26 marzo avrà inizio l`altro filone processuale: in quella data il gip deciderà se rinviare o meno a giudizio De Caro e altri tredici indagati accusati di associazione a delinquere.