Città della Scienza, dipendenti ai raggi x
HANNO precedenti per attentati incendiari. Nomi noti agli inquirenti perché già arrestati in passato e vicini alla camorra locale. Il cerchio delle indagini sul rogo di Città della Scienza si stringe intorno ad alcuni affiliati ai clan locali. Ma scattano controlli della Procura anche sui dipendenti interni. Intanto tra un mese riaprirà la prima area dedicata ai bambini. E sale la temperatura del dibattito in consiglio comunale sul destino dell' area occidentale: «Rivediamo il piano urbanistico su Bagnoli». Il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e il sostituto Michele Del Prete stanno verificando gli alibi di alcuni affiliati ai clan della zona già finiti in galera per atti incendiari. Non solo. Ai raggi x finiscono anche legami ed eventuali precedenti penali dei lavoratori. Un approfondimento della pista interna nelle ore in cui i sindacati annunciano la scelta di Città della Scienza come location per la prossima festa del lavoro, il primo maggio. Interviene anche il questore Luigi Merolla: «La criminalità non sia un paravento per spiegare tutto: ha diverse facce, vanno prese tutte in esame». Per ricostruire la dinamica dell' incendio, la polizia scientifica sarà affiancata da tre consulenti nominati dalla Procura provenienti da università e Cnr. E la società Città della Scienza fa sapere che si costituirà parte civile assistita dall' avvocato Giuseppe De Angelis. Dopo il prelievo di ulteriori campioni da analizzare nelle prossime ore, si comincerà a lavorare per mettere in sicurezza ciò che resta della struttura. Perché il 13 aprile riprenderà le attività lo Science Centre. L' annuncio è stato dato ieri dal presidente Vittorio Silvestrini: «Una riapertura parziale, ma di grande portata simbolica. Riusciamo a recuperare circa 2.000 metri quadrati di superficie espositiva e didattica: poco, se confrontato allo Science Center andato in fumo, ma uno spazio sufficiente per ricominciare, dedicato ai più piccoli che ci stanno vicini». La solidarietà fa a gara ora che si progetta la ricostruzione: oltre alle donazioni di Unione industriali, Curia, Ceinge, università campane e Rai, una raccolta fondi partirà a Bergamo alla fiera Lilliput, una colletta è stata lanciata ieri anche tra i dipendenti della Provincia di Napoli, mentre un appello sarà sottoscritto oggi a Roma su iniziativa dell' Istituto nazionale di fisica nucleare dai tre studiosi italiani che hanno contribuito al Cern di Ginevra alla scoperta del bosone di Higgs. «Assordante il silenzio della Camera di commercio di Napoli - commenta polemico Silvestrini - che certo avrà molti impegni. Ma il tempo per una telefonata o una mail si può trovare». Clima teso ieri in commissione urbanistica.E se per Carlo Iannello, consigliere comunale di Ricostruzione democratica, «la scelta su come e dove ricostruire Città della Scienza deve essere motivata dalle norme e non dagli stati emotivi», per il presidente del consiglio regionale Paolo Romano «la distruzione del museo scientifico deve far ripensare lo sviluppo dell' intera area». Attacca David Lebro, consigliere comunale Udc: «Sospendiamo la vendita dei suoli e rivisitiamo il piano urbanistico su Bagnoli. Il management della società di trasformazione urbana finora è stata inadeguato».E c' è chi come Andrea Santoro di Fli fa un appello «per una nuova variante entro sull' area occidentale».