In diecimila a Città della Scienza «Basta, ridateci il nostro museo»

Scossa Napoli, i bambini in testa al corteo. De Magistris: feriti ma risorti
11 marzo 2013 - Giuseppe Montesano, Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Il popolo non deve per forza essere usato da un parato, non deve per forza muoversi comeun gregge, non deveperforzasfasciare tutto, non deve per forza seguire un capo carismatico, nondeveperforza essere massa egoista: ilpopolo può essere anche quello tranquillamente domenicale che si è passato la voce quasi di bocca in bocca e ora sciama allegro e forte verso Bagnoli, a chiedere che la "sua" Città della Scienza gli sia restìtuita. Qualche associazione, molti singoli, gli articoli, lo choc, larabbia, un po` tutto questo ha messo in moto il piccolo esercito pacifico che picchia sui tamburi e porta i bimbi piccoli per mano di fronte allo scheletro inquietante di quella che per tutti era un simbolo del sapere.
In diecimila, forse anche di più. Almeno la metà sono bambini, la domenica Città della Scienza per i più piccoli era la meta privilegiata per trascorre il tempo libero insieme ai genitori. Ora guardano sgomenti quei rottami anneriti. Ma non è stata la domenica dello sconforto e delle lacrime, quella di ieri è stata piuttosto la domenica della speranza urlata al grido «ffiprendiamoci Napoli». Dalle mani della camorra o di chi ha inteso sfregiare con il fuoco l`orgoglio di un`intera città. I volti rigati di nero sono la fotografia più realistica dello stato d`animo: rinascere dalle ceneri e subito. I napoletani reagiscono così, una bella giornata di quasi primavera dalle emozioni forti, da trascorre insieme, abbracciati in una catena umana per testimoniare che «qui nessuno si arrende, anzi». m strada ci sono i sindacati, qualche politico, c`èil sindaco Luigi de Magistris, le maestranze di Città della Scienza, i movimenti, addirittura i Care e tante, tante scolaresche. Ma soprattutto ci sono loro, i napoletani. Il corteo è partito da Piazza Bagnoli, ha attraversato tuttavia Coroglio per arrivare davanti alle macerie bruciate dalle fiamme come dopo un bombardamento. Un serpentone lunghissimo e colorato ma soprattutto gioioso che non solo ha speranza, di fatto si riprende un pezzo di città e dice no a chi ha appiccato il fuoco. «Qui nessuno si ferma» il motto che si ascolta lungo i due chilometri della marcia. Il momento clou è il flash mob davanti a quel che resta di Città della Scienza. In migliaia al grido di «Basta, Napoli è nostra». Per 60 volte lo han no gridato «Basta» una per ciascun secondo del minuto trascorso a terra davanti ai cancelli, con il cielo che si è riempito di palloncini bianchi a simboleggiare la speranza. I ragazzi han no intonato il coro «Come è bella la città di Pulcinella» canzone cult dalle nostre parti. Commosso Vittorio Silvestrini il papa di Città della Scienza: «Che la Città della Scienza fosse circondata d`amore da gente di tutto il mondo lo sapevo ma che tanto amore avessero inapoletani è una grandissima e straordinaria sorpresa. Questo è un luogo per i bambini e sono loro che oggi ci stanno dimostrando il vero amore che si deve avere per la cultura. Sono loro i nostri combattenti, che ci difendono e ci danno la forza». Il sindaco si affida Twitter: «La paura lunedì ha bussato alla nostra porta, oggi il coraggio è andato ad aprire. Non c`era nessuno. Napoli ti amo. Oggi a Bagnoli c`era la Napoli onesta, siamo stati feriti ma oggi Napoli è risorta, siamo forti e uniti, peri più piccoli, per la nostra terra». Anche il governatore Stefano Caldoro sceglie i cinguettii della rete, dove è stata promossa la straordinaria marcia della rinascita di ieri, per far sentire la sua voce: «Un grande stimolo a fare sempre di più e meglio. La città discute ma non si divide». Insomma le premesse perché le Istituzioni tutte, sinergicamente, possano far risorgere davvero in breve tempo Città della Scienza ci sono tutte. In mezzo alla folla naturalmente- i lavoratori della struttura. Da loro la vigorosa richiesta di costruire la dove si trovava Città della Scienza ovvero sulla spiaggia. Un tema molto dibattuto in queste ore. La sostanza come è noto, è che Città deUa Scienza è un abusi edilizio, almeno amministrativamente visto che nel Prgli ci deve essere solo spiaggia e mare. Ci sono richieste di referendum comunale da vari comitati per dipanare la matassa urbanistica. Nessuno vuole delocalizzarla da Bagnoli, ma spostarla dentro al parco sì. Ieri non era la giornata del dibattito era ed è stata quella della riscossa come sottolinea ancora il sindaco: «Sulla ricostruzione ho già un`idea ma il mio compito ora è unire e raccogliere le risorse e prendere una decisione e nel giro di pochi giorni è con la cultura che si sconfigge la criminalità». Tanti gli slogan gridati dai cittadini che, con i loro figli, hanno voluto portare solidarietà ai lavoratori della struttura e a tutte le persone che da anni promuovono la scienza, dopo quasi un secolo di convivenza con l`ex acciaieria dell`Italsider. Altra pressante richiesta arrivata dai 10rnila è proprio quella di accelerare sulla riqualificazione dell`intero quartiere imprescindibile dal risanamento dei suoli della ex fabbrica del ferro. «Senza la Città della Sdenza ci sentiamo anche noi inceneriti - raccontano gli studenti delle scuole superiori dell`area flegrea - questo è stato l`avamposto della cultura della nostra città la rivogliamo così com`era». Commossi i di rigenti della Fondazione Idis, in corteo con i dipendenti. «Questi sono segnali del grandissimo amore dei napoletani». Il direttore generale Luigi Amodio batte il tasto dei più piccoli, dei bambini di Napoli che stanno vivendo come un vero e propio lutto la distruzione di Città della Scienza: «L`incendio è stato un danno soprattutto per i bambini, a loro è stato fatto il male più grande e oggi ci stanno chiedendo di ricostruire, e lo faremo».

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