De Lucia: «Nuova sede nel Parco, liberare la spiaggia»
I bagnolesi e le assisi si stanno facendo sentire: vogliono la loro spiaggia; in Consiglio comunale e non solo si invoca una discussione ampia su come rilanciare Bagnoli. Insomma, il rogo di Città della sdenza innesta un ragionamento che investe l`urbanistica. L`unico dato certo è che la sua casa è Bagnoli: ma dove? Ancora sulla spiaggia in deroga al Prg oppure all`intemo, dietro o magari dentro al parco dove sono invece collocate nel Piano urbanistico attuativo (Pua) le opere murarie di qualsiasi tipo? «Ho la mia idea che al momento giusto esprimerò - dice il sindaco Luigi de Magistris - ma in questo momento ascolto perché ora il mio obiettivo principale è ottenere immediatamente i fondi pubblici». Il padre della variante e del PrgVezio De Lucia le idee le espone subito e nonha dubbi: «Così si deve fare? C`è stata la tragedia e tutta ci siamo commossi però questo potrebbe consentire di tornare all`idea originale: la spiaggia e solo spiaggia tutto iiresto va via. Ora sipossono determinare le condizioni. Sfruttiamo la tragedia in modo positivo perfare la Città della scienza più bella di prima del resto un pezzo della struttura sta già a monte di Coroglio». De Lucia entra nello specifico: «Secondo me è una soluzione praticabile delocalizzarla dentro al Parco dove ci sono già elementi costitutivi come i monumenti di archeologia industriale ci si può appoggiare alla vecchia infra- strutturazione, da questo può venire la spinta per rilanciare Bagnoli». Sul punto il professore è molto critico: «II vero scandalo è il ritardo su tutto il resto dell`area ex Italsider. Si è lasciato alla società Bagnolifutura troppo spazio, invece doveva essere semplicemente guidata dalle amministrazioni, dai sindaci che si sono succeduti». Fin qui De Lucia. Molti sono gli interrogativi a cui dare una risposta ma prima ancora che una discussione politica bisogna accendere i riflettori sul dato amministrativo. La Città della scienza fu costruita dentro dei capannoni già esistenti nonostante quelle era ed è una zona da bonificare. Ora che i capannoni non esistono più, secondo le leggi attuali non si possono ricostruire per almeno tré motivi. Il primo è una legge regionale che prevede come le costruzioni debbano essere almeno 500 metri distanti dal mare. In pratica se si volesse ricostruire in loco ci vorrebbe una nuova legge dell`ente di Santa Lucia con la quale consentire costruzioni sulla spiaggia. In secondo luogo serve fare la bonifica che da sola costerebbe i 20 milioni messi a disposizione dal governo. In terzo luogo lo strumento urbanistico vigente. Il Prg - o meglio la Variante alla zona occidentale - è successivo alla costruzione della Città della scienza. E prevede che l`intera linea di costa debba essere liberata dalle costruzione, deve essere una spiaggia unica che comincia a Coroglio e finisce a piazza Bagnoli. Tecnicamente Città della scienza è un abuso edilizio. Vale a dire che parco e spiaggia - i punti di forza dell`intero Pua - devono essere uno spazio pubblico unitario di 190 ettari. Cosa impedisce tale disegno? Appunto Città della scienza. Un`altra domanda da porre è: allora perché non si è sanato urbanisticamente la questione di Città della scienza? L`escamotage tecnico pertenerla li dove si trovava e spostare in avanti nel tempo la sua delocalizzazione è stato inserire nella mission l`obbligo di recuperare i costi di investimento entro più o meno un secolo dalla sua andata in funzione. È evidente che questa formula era una sorta di garanzia a vita della struttura in quel luogo. Ma ora che i capannoni non ci sono più il discorso cambia. Perché anche la Corte dei conti, che deve verificare il rendimento del denaro pubblico, non si può opporre. Nella sostanza la delocalizzazione dell struttura non è più un ostacolo al recupero dei soldi.