Città della Scienza, la pista è dolosa Interessi criminali sul lido di Bagnoli
A due giorni dal rogo che ha distrutto Città della Scienza, si parla ufficialmente di incendio doloso. È l`ipotesi di reato più accreditata, anche se non l`unica, spiega il procuratore della Repubblica Giovanni Colangelo, mentre si attende l`esito delle analisi dei campioni prelevati in tutta l`area. Le fiamme hanno distrutto anche i cimeli del trasvolatore Umberto Nobile, che erano in mostra, tra cui il brogliaccio della spedizione del dirigibile Norge al Polo Nord (per fortuna ne esiste comunque una copia).
Il primo atto di rinascita sarà domenica mattina lo spettacolo per i più piccoli del Teatro Pirata di Jesi «Dalle Nuvole Bruno». «Lo stato deve dimostrare di esserci con la sua forza ma anche con i finanziamenti» dichiarava ieri mattina il ministro della Giustizia, Paola Severino, in visita a Bagnoli, ribadendo l`impegno del governo a far ripartire Città della scienza ma anche «la riqualificazione del territorio».
Territorio che fa gola a molti. Lo scheletro del museo interattivo sorge proprio sulla costa di Bagnoli. Sugli ormeggi verso la collina di Posillipo veglia la malavita, lo sanno tutti. Il Piano urbanistico esecutivo Bagnoli-Coroglio prevede il completo ripristino della linea di costa e le associazioni reclamano la restituzione alla comunità dell`unica spiaggia di Napoli. Tuttavia da un ventennio si assiste a un continuo tentennare sul porto turistico e sulla rimozione della colmata, ex area della dismessa Italsider.
La realizzazione dell`attracco è un affare da 400 posti barca, un investimento che potrebbe andrebbe a braccetto con le concessioni ai lidi privati. L`affare, però, sconta l`inquinamento provocato dalla colmata: la bonifica spetta all`Autorità portuale, per la sua rimozione erano stati stanziati 50 miliardi poi cancellati dall`esecutivo nel 2012.1 napoletani non hanno una spiaggia libera ma possono pagare i gestori per fittare lettini privati sistemati su piattaforme. Adesso che il «Science center» è distrutto, c`è chi ipotizza la sua ricostruzione nell`edificio parzialmente completato che avrebbe dovuto ospitare Corporea, liberando così un`altra porzione di costa.
Se poi si sposta lo sguardo verso l`interno, allora si entra nel campo di Bagnolifutura spa. La società di Trasformazione urbana ha il compito di bonificare i suoli, fornirli di infrastnitture primarie e venderli. Sull`orlo del disastro, in 13 mesi è stata rimessa in sesto per un pelo, passando per ricapitalizzazione, accordi con i creditori e tagli. In origine era la Bagnoli spa che si accollò i terreni ipotecati dell`Iri, i debiti e i lavoratori. La trasformazione avrebbe dovuto fruttare molto ma le aste sono andate sistematicamente deserte. Le speculazioni, i ritardi nell`erogazione dei finanziamenti pubblici ma soprattutto la bonifica sono stati gli ingredienti del disastro. L`area, affidata dal ministero dell`Ambiente alla De Vizia Transfer, risulta bonificata al 65% (circa ü 50% certificato), la macchina si è bloccata quando è stato scoperta un`enorme discarica di amianto. I lavori per la rimozione sono stati affidati ancora alla De Vizia.
I carabinieri del Noe però nutrono dubbi: nel 2009 la procura ha avviato un`inchiesta per presunte irregolarità nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti (ipotizzando anche il coinvolgimento dei clan casertani) e il cattivo funzionamento dell`impianto di soil washing attraverso cui si eliminano gli inquinanti. I lotti si deprezzano (a vantaggio di chi alla fine costruirà palazzi e alberghi) e così anche le strutture già realizzate: al Parco sportivo mancano 2 milioni e mezzo di finanziamenti già deliberati per essere terminato, il Turtle point è finito ma non è stata completata la strada (la regione deve ancora 5 milioni), per il Parco urbano di 120 ettari si attende la firma da Palazzo Santa Lucia. Per il vicepresidente di Bagnolifutura Massimiliano Di Gioia bisogna recuperare «la vocazione turistica, culturale e ludica. Ma è fondamentale che arrivino i fondi, soprattutto per la bonifica».