Guerriglia anti-Fornero: feriti e fermi
NAPOLI — Sampietrini e bottiglie di vetro lanciati dai manifestanti; lacrimogeni, anche ad altezza d`uomo, dalla polizia. Fumo, cassonetti con i rifiuti rovesciati a mo` di barricata, cariche della célere, blindati a sirene spiegate.
Ieri per almeno tré quarti d`ora Fuorigrotta è stata teatro di scontri tra dimostranti - circa 2000 - intenzionati ad avvicinarsi il più possibile alla Mostra d`Oltremare, sede del vertice italo - tedesco sull`apprendistato, e forze dell`ordine, impegnate ad impedirglielo. Bilancio finale: feriti 12 manifestanti, un ufficiale dei carabinieri e due poliziotti. Ð più grave è uno studente universitario di 21 anni, Lorenzo D.P, colpito da un lacrimogeno all`altezza della bocca. Gli sono saltati due denti e gli sono stati applicati trenta punti di sutura all`ospedale San Paolo. Se il candelotto lo avesse colpito pochi centimetri più su, avrebbe perso un occhio. Due denunciati a piede libero. I manifestanti si erano dati appuntamento in piazza San Vitale.
Età e storie diverse, comune incertezza del futuro. Mauro Pinto, 26 anni,neolaureato all`Orientale, disoccupato: «Dico no al progetto di apprendistato italo tedesco caro alla Fomero. Ci siamo già passati con gli stage universitari in azienda. Non offre prospettive». Mario Avoletto, lavoratore precario della formazione: «Se Germania deve essere, allora si sappia che 11 una donna con un bimbo e senza lavoro percepisce 2.000 euro di salario sociale. Lì almeno c`è garanzia di reddito per precari e disoccupati». Marco Cusano, operaio Fiat, 47 anni, da 4 anni in cassa integrazione: «Prendo 830 euro al mese. Mia moglie, che lavorava al Centro Commerciale Campano, è stata licenziata. Per l`affitto se ne vanno 400 euro». Sono ormai le 12.45 quando tutti si accodano al furgone che porta le casse dell`amplificatore. Apre lo striscione: jatevenne. Lo sorreggono una decina di persone: indossano la maschera di carta che riproduce il viso di una Fomero piangente. Dietro di essi, una quarantina di giovani. E` lo spezzone che dovrà impattare lo sbarramento delle forze dell`ordine. Si raccolgono dietro uno scudo in plexiglass. Indossano caschi. C`è chi impugna corti bastoni, gli «stalin». Poi disoccupati organizzati, precari, i lavoratori dell`Astir. Nessun simbolo di partito. Ci si dirige verso piazzale Tecchio, percorrendo viale Augusto. Si susseguono gli interventi al microfono. «Serve un altro metodo di produzione e di lavoro, più rispettoso degli uomini e della natura», dice un ragazzo. «Un applauso per gli operai dell`nva di Taranto, dopo l`uccisione di Claudio» (ennesimo morto sul lavoro in Italia, n.d.r.), chiede una giovane esponente dei Care. All`altezza della stazione della Cumana di piazzale Tecchio, lo sbarramento della polizia: caschi sul viso, scudo in una mano e manganello nell`altra.
Più in là, non si passa. I manifestanti, però, non ci stanno: avanzano decisi, si incoraggiano l`uno con l`altro. Prima del contatto, dal corteo inizia un fitto lancio di oggetti. Ancora un attimo ed ecco che i dimostranti premono con lo scudo di plexiglass contro il muro della polizia. Manganellate come se piovesse. La testa del corteo arretra, ma dalla folla scagliano pietre, bombe carta e petardi. La polizia spara lacrimogeni. Piazzale Tecchio è in una cappa di fumo acre. Centinaia di ragazzi si spostano all`ingresso del Politecnico. Chi per cercare un rifugio, chi per continuare a bersagliare i poliziotti. La célere carica di nuovo. Un gruppo di manifestanti si ripara dentro la facoltà di Ingegneria. Poliziotti e carabinieri sono loro dietro. Li ferma il preside, Piero Salatino. «Ho valutato — racconta poi il docente — che la cosa meno pericolosa per tutti fosse che i dimostranti restassero dentro e gli agenti fuori». All`estemo, mentre il camion con le casse ed il grosso del corteo arretrano verso piazza San Vitale, una cinquantina di manifestanti continuano a lanciare sampietrini e bottiglie. Non c`è più alcuna strategia, sfuggono alla regia degli stessi organizzatori della manifestazione.
Dalla parte opposta, ancora cariche e lacrimogeni, ma non c`è contatto. Ð corteo, poi, si ricompatta a via Fuorigrotta. La polizia resta nella zona della Mostra, i dimostranti raggiungono la Questura. Sostano lì davanti in attesa che i fermati siano rilasciati.