Napolitano: sbloccare i fondi
Una questione che ha seguito con grande interesse e per la quale non è rimasto a guardare. Le vicende dell`Istituto italiano per gli studi filosofici all`attenzione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che risponde ad una petizione inviata dai dipendenti dell`Istituto, preoccupati non solo per la sistemazione dei ÇÎÎò³²à volumi ma anche per la loro stessa sorte, dal momento che l`Istituto, e certamente non da ora, deve affrontare una complessa condizione economica. Il presidente, viene evidenziato nella lettera arrivata a Napoli, «ha ben presente la difficile situazione che attraversa il vostro istituto che è stato e continua ad essere importante centro di ricerca ad alto livello». E Giorgio Napolitano non si limita ad un semplice apprezzamento e ad una scontata solidarietà, fa sapere che ha già «richiamato l`attenzione delle istituzioni ai diversi livelli sui valori dell`Istituto e ha sollecitato la corresponsione di finanziamenti già stanziati e un attento esame delle richieste di nuovi fondi, pur nella difficile situazione che il nostro paese sta attraversando». E questo, sottolinea Gerardo Maretta, presidente dell`Istituto, «ci fa sperare che al più presto possa trovarsi la soluzione che ci auguriamo non solo per la biblioteca ma anche per le sorti dello stesso Istituto».
Una soluzione che sollecita anche la parlamentare pd, Luisa Bossa, che il 3 settembre presenterà un question time a riposta scritta al ministro della cultura per «sapere quali interventi si intendano fare al più presto a livello governativo, vista l`urgenza divenirne a capo».
Una storia contrassegnata da appelli quella degli Studi filosoficiperché ci si rendesse conto della sua straordinaria valenza culturale e di cui la questione della biblioteca di 300mila volumi che non riescono a trovare una collocazione in città è una parte notevole di tutta la sua complessa e accidentata storia. «Ma non pensavo di dover arrivare, adesso, addirittura al Parlamento Europeo - dice con sconforto - perché si comprendesse con i fatti e non solo con belle parole l`importanza di una struttura che molti ci invidiano. Una guerra che dura da 30 anni e vengono a dirci che è stato fatto tutto il possibile?». Forse è il caso di ricordare che il primo appello risale al 1988 e sottoscritto tra gli altri da Alberto Moravia, Vasco Pratolini, Giovanni Macchia, Ernst Gombrich. E dopo svariati appelli alle istituzioni napoletane e campane, ecco anche quello al Parlamento Europeo perché trovi il modo di farsi carico della sopravvivenza stessa dell`Istituto. «È giusto che una struttura di respiro intemazio naie - fa rilevare Gerardo Maretta -trovi attenzione presso il Parlamento Europeo: forse in questo modo riusciremo finalmente a trovare un adeguato riscontro». Ma si ha fiducia anche in un eventuale intervento del ministero della cultura.
Con circa 20 dipendenti e un carico di spesa di Smilioni di euro all`anno, l`Istituto per poter andare avanti senza problemi ha bisogno di ripianare un debito di oltre 10 milioni di euro, fermo restando, naturalmente, che arrivino i finanziamenti sperati e sollecitati anche dal capo dello Stato. Solo così si può fronteggiare la vastissima attività culturale che fino a questo momento è stata portata avanti anche grazie alle disponibilità private del fondatore dell`Istituto. Migliaia di seminali svolti in diverse località del Mezzogiorno a cui hanno partecipato altre decine di migliaia di studenti senza sborsare un euro. Non si contano le iniziative fatte nelle scuole e nell`Istituto stesso a cui hanno partecipato ipiùgrossinomi della cultura, compresi alcuni premi Nobel come Ilya Prigogin e Carlo Rubbia.
«Si può disperdere un simile patrimonio?», chiede Gerardo Maretta. E come non si valuta il fatto, sottolinea con forza, che se la biblioteca viene sistemata in una struttura della Regione diventa patrimonio stesso della Regione?