Santa Chiara sfregiata dall`incuria e dallo spray
I turisti non possono visitare la chiesa off-limits anche ai fedeli
Dopo il Maggio, arriva il Giugno dei Monumenti, il primo di una serie di undici mesi dedicati alla vergogna, ai Mali culturali, al Patrimonio della Disumanità dell`Unesco. E Santa Chiara è il simbolo dello scuomo, da far davvero venire il cuore scuro scuro, sempre che riuscite a trattenere il fiato e passare oltre. Ecco, il voltastomaco. E siamo nel cuore della città che vogliamo vendere ai turisti. Loro, ignari o consapevoli, ci vengono pure. Eccoli qua, con il naso turato, l`occhio strabuzzato davanti alle scritte oscene (nel senso letterale e in quello metaforico) che tappezzano tutte le mura esteme di tufo, la scala laterale e il portale in marmo bianco. Eccoli, i viaggiatori costretti a scansare le pallonate di chi gioca senza segni di stanchezza e le richieste pressanti dei mendicanti. Eccoli, i visitatori che trovano il portone sbarrato perché da due giorni, padre Salvatore Vìlardi, il rettore dell`edificio sacro che fu degli Angiò e che è ancora dei francescani e delle Clarisse, ha sbarrato le porte. Non si entra. Fate a meno del mausoleo di rè Roberto, delle tombe dei Borbone e di tutto il resto che è sopravvissuto alle bombe degli Alleati. Ve rimasto il chiostro maiolicato, quello a pagamento. Per il resto, amici forestieri, godetevi quello che espelle il ventre di Napoli: escrementi, chiazze di orina che fermenta, ciocche di capelli sul prato rinsecchito, che fanno da giaciglio, bottiglie di vetro e di plastica, stracci. Santa Chiara è uno scandalo che dura da decenni. Se la volete tenere così che l`avete ricostruita a fare negli anni Cinquanta? Corsi e ricorsi: dalla macerie al degrado. Una corte dei miracoli di barboni, punkabbestia, mendicanti, ubriachi. Tutti allenatiavari gradi dimolestia. Siamo oltre il livello minimo di decenza. Se in una qualsiasi città del mondo civile accadesse e si vedesse un millesimo di quello che va in scena quotidianamente a Santa Chiara, cuore di Spaccanapoli, vantato a chiacchiere e disprezzato nei fatti, le autorità si mobiliterebbero un secondo dopo. Invece assistiamo rassegnati (e colpevoli per la rassegnazione) al deprimente teatrino dello scaricabarile. E mio, è tuo, è suo. Devono fare, non hanno fatto, faranno.
Dovunque uno spray può arrivare c`è uno sgorbio di qualsiasi colore e di sgrammaticate scemane, di amori dichiarati con spreco di cucciolo e cucciola, di diminutivi e vezzeggiativi. Ma tutta questa zandraglia minorenne e minorata non può andare a sfogare i propri fremiti grafomani su un social network? «Ti amo Federica», «Mariarka ti amo». E un`enorme scritta, proprio accanto alle scale dell`ingresso laterale sta là da quasi un anno: «Posso amarti senza nessun freno. Buon compleanno A. E. 12/06/11». Tra due settimane il vandalo festeggia il suo capolavoro di idiozia.
Da qualche tempo è cominciata la pulitura della base del campanile, quella esterna al complesso. C`è un piccolo cantiere, con tanto di ponteggi. Ma tutt`attorno, all`intemo, soprattutto dietro al primo cancelletto del viale che va verso via Santa Chiara e separa le due grandi aiuole, si accumula un concentrato di rifiuti che emana fetori da discarica: mucchi di pezze impregnante di feci e urina, vaschette di alluminio ancora piene di pastasciutta. Persino i piccioni se ne tengono alla larga. E sotto gli alberi dell`aiuola maggiore, giacigli di senzatetto che hanno preso domicilio fuori del tempio del patrono dei poverelli. Camere da letto e bagno diffusi che vengono usati a qualsiasi ora del giorno, quando la necessità non da tregua. Davanti a tutti. Davvero, come recita la famosa canzone del «Munasterio», ma per tutt`altri motivi, chi viene a Santa Chiara non può che ripetere: «Me fa paura `e che turna».