Nuovo blitz a Verona: sequestrate 80 scatole piene di libri
Il socio dell`ex direttore De Caro sentito sulle fasi del saccheggio
Ottanta scatole di libri in tre abitazioni del veronese. Ancora centinaia di libri che sbucano da abitazioni private, sottoscala di condomini, ripostigli polverosi. Ottanta scatole di libri tutti da inventariare e sequestrati due notti fa dai carabinieri, nel corso dell`inchiesta che ha condotto in cella l`ex direttore della biblioteca dei Girolamini. Nuovi blitz, ancora ritrovamenti, un`inchiesta che va all`incasso, proprio mentre alcuni indagati fanno sentire la propria voce, nel corso di interrogatori dinanzi al gip e colloqui investigativi condotti dai pm della Procura di Napoli. Se due giorni fa, era stato il direttore Marino Massimo De Caro ad ammettere l`evidenza - («sì, è vero, ho rubato libri dalla biblioteca che dirigevo») -, non è passato ieri inosservato l`interrogatorio di Mirko Camuri. Veronese di origine, professione ballerino, ritenuto socio del dirigente - anzi, è accusato di essere la longa manus di De Caro -, quando si trattava di far sparire testi pregiati dal patrimonio di via Duomo. Ma andiamo con ordine, a partire dall`ultimo atto istruttorio. Dalle undici del mattino alle quattro di ieri pomeriggio, l`interrogatorio di Camuri, che il giorno prima, dinanzi al gip Francesca Ferri, aveva comunque firmato alcune ammissioni. Difeso dal penalista romano Pasquale Bartolo, Camuri prova a ridurre ai minimi termini il ruolo svolto in questa storia a metà strada tra saccheggio organizzato e business costruiti a tavolino. Dice di aver svolto il ruolo del trasportatore, di essersi prestato a portare i libri via da Napoli, di aver impugnato i colli delle valigie zeppe di manoscritti e di averli poi trasferiti in alta Italia, nel Veronese. Messa così, la versione resa da Camuri aggiunge pochi tasselli al mosaico investigativo che vede impegnati gli inquirenti napoletani. Inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Gianni Melillo, dai pm Michele Fini e Antonella Serio, si punta in alto. Peculato, furto, ricettazione, ci sono i nomi dei presunti esecutori materiali, mancano quelli dei potenziali committenti o dei soggetti interessati a mettere le mani tra l`altro - sul patrimonio di libri del complesso seicentesco napoletano. Si punta in alto, a partire dalla nomina di De Caro alla guida dei Girolamini, un professionista ritenuto privo dei titoli accademici per svolgere un ruolo tanto delicato. Sponsor, contatti politici, conoscenze altolocate. Si scava sui rapporti tra De Caro e il senatore Marcello Dell`Utri, noto bibliofilo finito assieme all`ex direttore dei Girolamini al centro di una inchiesta condotta a Firenze nella gestione di alcuni appalti collegati al business dell`energia. Blitz, accertamenti di polizia giudiziaria, interrogatori. È nel corso di queste attività, che spuntano alcuni indirizzi, che spingono gli inquirenti ancora nel Veronese, dove la notte scorsa sono sbucati libri e ancora libri. Vanno inventariati, ma sono di sicura provenienza illecita, sono di sicuro parte del patrimonio napoletano finito sotto il cono d`ombra delle indagini della Procura del Centro direzionale. A chi erano diretti? Qual era il circuito clandestino? Esiste unarete? Facile immaginare che queste siano le domande poste ieri allo stesso Camuri, nel corso di un interrogatorio che la Procura ha deciso di secretare. Autisti e le, ma anche misteriosi intermediari argentini (agli arresti, oltre alla ucraina Viktoriya Paviovskiy, Alejandro Eloy Cabello, Paola Lorena Weigandt), una rete di contatti che fa pensare al sistema, al gruppo organizzato: una sorta di spectre in grado di mandare a Napoli l`uomo giusto, al posto giusto, stando almeno a quanto sta trapelando dalle indagini.