Furto in biblioteca: cinque arresti
NAPOLI. Volumi di inestimabile valore: la biblioteca dei Girolamini è un patrimonio non solo nazionale ma Europeo. Ma il saccheggio operato per anni ha portato ad una perdita neanche possibile da ipotizzare: al di la di ogni immaginazione possibile. Una «struttura parallela» che entrava nella biblioteca dei Girolamini di notte e ne saccheggiava gli scaffali, portando via i preziosi volumi in scatoloni, valigie e borse: l`hanno smantellata questa mattina i carabinieri della tutela patrimonio culturale, che hanno arrestato cinque persone. Tra loro c`è il contestatissimo direttore della struttura, Marmo Massimo De Caro, per ottenere la rimozione del quale migliaia di intellettuali avevano firmato una petizione. In carcere sono finiti anche tré suoi collaboratori stranieri e un ricettatore veronese, Mirko Camuri, insegnante di ballo coinvolto in numerosi compravendite sospette di libri antichi. Numerose le perquisizioni disposte dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dai sostituti Michele Fini e Antonella Serio; tra i destinatari dei decreti figurano anche don Sandro Marsano, conservatore della biblioteca, e Maria Grazia Cerone, collaboratrice del senatore del Pdl Marcello Dell`Utri; sia Marsano sia Cerone sono indagati. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia su alcuni quotidiani del professor Tomaso Montanari, docente alla Federico II, e hanno ricevuto un contributo fondamentale da due bibliotecari dipendenti della struttura, i fratelli Mariarosa e Piergianni Berardi. Quando, nel giugno di un anno fa, De Caro arrivò ai Girolamini - antica biblioteca frequentata da Giovanbattista Vico - i due non tardarono a scoprire, grazie a Internet, che il nuovo direttore era stato coinvolto m inchieste sul furto di libri antichi. Cercarono di opporsi in tutti i modi alle sue strane decisioni, come quella di spostare tutti insieme e senza una ragione centinaia di volumi, iniziativa contraria a tutte le regola della biblioteconomia; presero l`abitudine di collegarsi da casa con l`impianto di videosorveglianza, per controllare cosa avveniva nella biblioteca dopo la chiusura. Scoprirono così che il direttore e i suoi amici, di notte, entravano nelle sale e ne prelevavano moltissimi libri, che portavano fuori servendosi di scatoloni, borsoni, valigie e carrelli. Quei filmati sono stati consegnati ai carabinieri e sono considerati dalla procura una delle prove più solide a carico degli indagati. De Caro e i suoi compiici sapevano delle videocamere: prima le coprivano con pezzi di stoffa, con un dito o con altri oggetti; quindi il conservatore impose a Piergianni Berardi di non accendere più l`impianto; infine l`impianto stesso fu manomesso e non funzionò più. Le indagini hanno consentito di ritrovare, nei giorni scorsi, 257 libri rubati dalla biblioteca dei Girolamini m un container self storage vicino a Verona. I volumi in precedenza si trovavano in un altro container nella stessa area; Mirko Camuri li spostò, per ordine di Marino Massimo De Caro, il giorno in cui i pm disposero il sequestro preventivo della biblioteca dei Girolamini. Il direttore inviò a Camuri un breve sms, «Vai in campagna»: in breve gli scatoloni con i libri furono spostati con un furgone. Gli investigatori stanno ora approfondendo il misterioso ritrovamento, annunciato da De Caro alla stampa quando già il caso Girolamini teneva banco, di 28 volumi antichi che la casa d`aste Christies si accingeva a vendere a Londra.