Rifiuti, gioco dell'oca con Sistri «Ripetere dal punto di partenza»

Prova a Gricignano: la rete di controllo satellitare non funziona

Black box E installata solo sulla motrice del camion: nessun controllo su veleni
L'affare 300 milioni in 5 anni a spese dei cittadini che stanno pagando già da 18 mesi
29 febbraio 2012 - Rosaria capacchione
Fonte: Il Mattino

Prendiamo un camion, un sacchetto di rifiuti, la scatola nera di Sistri con tanto di pendrive e un autista rispettoso della legge. Prendiamo anche due aziende, quella che ha prodotto il rifiuto e quella che deve smaltirlo. E mettiamo il tutto all'interno dello stesso cortile, con la telecamera che segue ogni passo di autista, custode, addetto al carico/scarico della merce. Il risultato è da gioco dell'oca, con gli uomini-segnaposto che passano di casella in casella, che avanzano e arretrano secondo i tempi dei collegamenti telematici e che quando, finalmente, pensano di aver raggiunto il traguardo in realtà vengono spediti al punto di partenza.
Accade alla Sri-Società recupero imballaggi, nell'area industriale di Gricignano d'Aversa. L'azienda di Antonio Diana, pluripremiato per l'impegno ambientalista, ha messo a disposizione le sue strutture per un esperimento fatto da Francesco Loiacono e Marco Frattodi, redattori de «La nuova ecologia», testata di riferimento di Legambiente. Un esperimento sul campo durato tre ore, documentato attraverso un filmato di 12 minuti consultabile su YouTube, al termine del quale l'operatore viene avvertito dal sistema informatico che la procedura deve essere ripetuta «dal luogo di partenza» perché nel frattempo il sistema è stato aggiornato. E se tutto è avvenuto nello stesso cortile, all'interno del quale è stato simulato il viaggio del rifiuto (che normalmente è di diverse centinaia di chilometri), s'immagina che nella vita quotidiana in realtà l'inutile procedura possa durare anche il doppio di quel tempo, e con analogo risultato. Cioè, niente. 11 sistema di monitoraggio e di controllo dei rifiuti, propagandato come l'arma letale capace di distruggere gli ecomafiosi, in realtà non funziona. Le procedure di registrazione del viaggio, fatte attraverso una black box e una pendrive distribuite dal ministero dell'Ambiente, si sono rivelate lunghe, complesse, farraginose. La stessa scatola nera, in aggiunta, è inadeguata alla funzione per la quale è stata concepita. È installata sulla motrice del camion, i rifiuti viaggiano invece sul rimorchio. L'operatore in malafede può agevolmente sganciare le due parti del veicolo e trasportare chissà dove rifiuti illegali. Un problema che era già emerso nel corso di un altro esperimento sul campo e che gli adeguamenti del sistema non hanno ancora superato.
All'ora X, quella fissata (dopo l'ennesima proroga, l'ultima appena della settimana scorsa), è fissata perla fine di giugno. Entro quella data, salvo ulteriori slittamenti, la documentazione cartacea del percorso dei rifiuti, con relativa certificazione di qualità, dovrebbe sparire, assorbita dalla black box e dalla pendrive con il software Sistri preinstallato. Ma così com'è oggi la situazione, e come è stato documentato il 10 gennaio da «Nuova ecologia», il monitoraggio telematico non potrà partire. Se n'è resa conto anche la commissione tecnica del ministero dell'Ambiente che si sta occupando del funzionamento di Sistri. Un funzionario ha, infatti, chiesto alla Sri (che ha accettato) la disponibilità a ripetere l'esperimento. Non una controprova finalizzata a smentire la non smentibile simulazione degli ambientalisti, ma un nuovo test sul campo, con una sorta di collaudo pubblico del sistema aggiornato.
L'azienda di Gricignano è una delle 325.000 che producono o riciclano rifiuti e che sono sottoposte all'obbligo di iscrizione al Sistri e al pagamento della relativa tassa. Pagamento che avviene da un anno e mezzo, tributo al quale non corrisponde alcuna prestazione d'opera e che costa anche diecimila euro l'anno (è il caso, per esempio, di un'impresa che dispone di cinque o sei camion adibiti al trasporto dei rifiuti). Al sistema sono già iscritti 65.985 soggetti, che aderirono al fallimentare click day del 2010 e a quello successivo del 2011, promosso dalle associazioni degli imprenditori alla vigilia dell'ennesima data di partenza del sistema di tracciamento digitale dei rifiuti. A maggio dello scorso anno, infatti, il 30 per cento degli accessi effettuati in 19 ore di stress test non erano riusciti. Una parte dei titolari delle aziende che stanno già pagando il canone, ha intenzione di aderire a una class action per il risarcimento del danno. Ma nel frattempo su Sistri pesa anche l'alea dell'inchiesta della Procura di Napoli, che ha ipotizzato la truffa ai danni dello Stato e dei contribuenti commessa In azienda Le webcam di -Nuova ecologia- documentano l'intero ciclo di trasporto e smaltimento La partenza Un sacchetto -contrassegnato-viene caricato sul camion munito di scatola nera Sistri da manager di società collegate a Finmeccanica (Selex Management e Viacom) in accordo con i vertici amministrativi del ministero dell'Ambiente, e grazie all'interposizione fittizia di ditte che avrebbero fornito fatture di comodo per giustificare il costo del servizio mascherando, allo stesso modo, anche il pagamento di tangenti a molti zeri. A oggi, sono 70 i milioni di euro già liquidati, altrettanti in arrivo, fino a una concorrenza di 250/300 milioni in cinque anni.

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