L'inchiesta, la svolta Asìa, finiscono in Procura le ultime 350 assunzioni

La Digos chiede gli atti sull'arrivo in azienda dei lavoratori Lavajet
26 febbraio 2012 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Andare a fondo, mettere insieme tutti i tasselli di un pezzo di storia cittadina che ha attraversato oltre un decennio di emergenza rifiuti in Campania. Andare a fondo, non lasciare punti inesplorati, sgomberare il campo da sospetti o potenziali zone d'ombra. E con questo spirito che la Procura torna al Comune e in Asia, con una richiesta di acquisizione di atti, con un nuovo target investigativo: sotto i riflettori finiscono 350 assunzioni in Asia (un pacchetto per il momento realizzato solo in parte), prima mossa del presidente Raffaele Del Giudice in sintonia con i vertici di Palazzo San Giacomo. Non ci sono ipotesi di reato contestate nei confronti dei nuovi vertici amministrativi della città, ma si avverte da parte degli inquirenti l'esigenza di completare un mosaico che passa anche attraverso le più recenti scelte adottate da Palazzo San Giacomo. Vicenda complessa, nata a settembre del 2010 con l'assalto ai compattatori di Enerambiente (principale fornitrice di Asia), poi culminata in arresti e sequestri dei protagonisti della precedente gestione della raccolta rifiuti in città. Storia per molti versi nota: si parte dalla precedente gestione di Asia, dalle presunte collusioni tra pubblico e privato, dai giri di voti e mazzette con ipotesi recentemente rafforzate dal vaglio dei giudici del Riesame. Ma non è finita. C'è un nuovo step, nuovi punti che spingono gli inquirenti a fare passi in avanti. Oggi si lavora anche sull'attualità amministrativa, a partire dalla storia delle assunzioni varate o messe in cantiere dalla giunta De Magistris e dal nuovo management della municipalizzata. Non solo l'annuncio delle 22 assunzioni degli ex dipendenti del bacino Napoli cinque - il caso, per intenderci, sollevato dall'ex presidente Asia Raphael Rossi - ma anche una più ampia infornata di operatori ecologici. E la manovra ufficializzata appena qualche settimana fa dal vicesindaco Tommaso Sodano a muovere gli inquirenti verso Palazzo San Giacomo. In campo la Digos del primo dirigente Filippo Bonfiglio, che sta acquisendo tutti i tasselli legati alle recenti scelte messe in campo dalla prima azienda municipalizzata del Comune di Napoli. A beneficiare delle assunzioni sono ex lavoratori Lavajet e Docks Lanterna (due coop che hanno prestato manodopera per colmare carenze endemiche in Asia), in base ad una chiara strategia manageriale che punta a interrompere il flusso di appalti per il servizio di spa77amento meccanico. Niente più ricorso a manodopera esterna, a rapporti con le coop, ad appalti da gestire quasi sempre in un clima di emergenza. Una strategia sul lungo periodo, stando al vicesindaco Sodano: rendere organici 350 lavoratori nel corso dei prossimi mesi potrebbe consentire un risparmio in termini di milioni di euro l'anno. Mossa ufficializzata dai vertici municipali, poi raccontata dai giornali, su cui la Procura ha deciso di accendere i riflettori: verifica su alcune posizioni individuali, sulla loro età, sulle attività svolte in passato, su potenziali referenze politiche. E non è impossibile ripercorrere il ragionamento degli inquirenti: se in passato le assunzioni sono state dettate da logiche clientelari, si punta oggi a sgomberare il campo da dubbi su una materia tanto delicata per la gestione della raccolta rifiuti in città. E non è l'unico ragionamento fatto in questi mesi dai pm napoletani. In uno scenario ordinario, si può assumere nei settori amministrativi senza fare ricorso a un concorso pubblico? E in base a quali criteri sono stati selezionati gli operatori ecologici da incamerare in questi mesi? Inchiesta condona dal procuratore aggiunto Gianni Melillo, dai pm Danilo De Simone, Luigi Santulli, Maria Sepe, Ida'l'eresi, decine le testimonianze finora messe a verbale. Agli atti c'è il lungo racconto di Giovanni Faggiano, ex ad di Enerambiente, che ha ricostruito i rapporti tra pubblico e privato all'ombra della raccolta dei rifiuti, ma anche la versione di altri possibili comprimari. Dopo il coinvolgimento di alcuni esponenti della famiglia Cigliano, dopo gli interrogatori di Salvatore Fiorito, ex leader Davideco che ha collaborato con in pm dopo qualche mese di cella, la Procura torna ad acquisire carte per chiudere il cerchio sulla storia dei rifiuti raccolti a Napoli.

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