MILANO E TORINO PREPARANO UNA SUPER MULTIUTILITY CHE ASSOCI IREN E A2A (PIÙ HERA E FORSE ACEA)

Un Mi-To nel business dei rifiuti

Allo studio anche una rete di aeroporti con Malpensa, Linate, Caselle e Verona
24 febbraio 2012 - Maurizio Tropeano
Fonte: La Stampa

TORINO «Per andare avanti siamo abituati a fare un passo alla volta e mi pare che per Edipower abbiamo fatto il passo giusto. Il nostro obiettivo è di creare sempre più sinergie, a partire dal rafforzamento di Iren, anche nel campo dei rifiuti». Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, è più cauto di Piero Fassino ma conferma la volontà di dar vita «al primo soggetto italiano nel campo dello smaltimento dei rifiuti e il terzo in Europa. Si tratta di un forte progetto di politica industriale», spiega il sindaco di Torino. L'idea - annunciata in una pausa dei lavori del convegno Anci sulle Smart Cities - è di mettere insieme le competenze e gli impianti di Hera, Iren e A2A. Un percorso tutto da defmire e studiare anche se il progetto è in campo e Fassino ne ha discusso l'altro ieri «con il ministro Passera che lo sostiene con grande convinzione».
Facciamo un passo indietro. Dopo la difficile e sofferta intesa tra Iren e A2A che ha portato a sciogliere il nodo Edipower, Torino e Milano hanno iniziato a tessere le basi per dar vita a una multiutility capace di competere su scala globale. L'assessore al Bilancio milanese, Bruno Tabacci, e Fassino hanno provato a ragionare sulla possibilità di dar vita a una super holding aperta anche ad altre ex municipalizzate (come ad esempio l'Acea) che potrebbe realizzare significative economie di scala non solo nella produzione e distribuzione di energia ma anche nel campo dello smaltimento dei rifiuti a partire dai «termovalorizzatori». E Torino potrebbe mettere sul campo anche l'Amiat, l'azienda che gestisce l'inceneritore del Gerbido. Ma l'asse tra Torino e Milano sembra trovare spazio anche nel campo aeroportuale: «Stiamo lavorando - spiega Fassino - a un grande soggetto aeroportuale che metta in connessione gli scali di Torino, Malpensa, Linate e Verona, scali che possono stare ciascuno con le proprie vocazioni e i propri collegamenti ma inseriti all'interno di una strategia di sistema».
Fassino punta a cedere una parte delle quote della città nella Sagat, la società che gestisce lo scalo di Caselle, per far cassa. Fino a giugno è valido l'accordo con il gruppo Benetton e un'eventuale cessione delle quote pubbliche è legata al diritto di prelazione. Poi si potrebbe fare una gara e in questo caso oltre al gruppo Benetton potrebbe entrare in campo il fondo F2I guidato da Vito Gamberale già presente in Sea, che gestisce gli scali di Milano. Fassino si limita a spiegare: «Se si vuole fare di Malpensa un aeroporto intercontinentale non può essere una cattedrale nel deserto ma il centro di un sistema».

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