Acerra, la Regione rifiuta il diktat ricorso alla Consulta contro il governo

È SCONTRO duro ora fra Regione e governo sul termovalorizzatore di Acerra. L'amministrazione di Stefano Caldoro ricorre infatti alla Corte costituzionale controildecreto diqualchegiorno fa che imponeva di fatto l'acquisto dell'impianto alla Regione e il relativo pagamento (355) milioni con ifondi Fas regionali. Erano volate subito proteste vibrate, ora Palazzo Santa Lucia ri -corre alla Consulta con la formulazione del lconfiitto di attri -buzione», il che significa contestare in radice al governo il diritto di decidere in materia. Per giunta propone anche il ricorso amministrativo al Tar del Lazio. Una offensiva in piena regola, dunque, proprio nel giorno in cui il ministero dell'Ambiente  mette a disposizione 70 milioni per le compensazioni ambientali, owero gli interventi di risanamento nelle aree interessate da impianti di trattamento dei rifiuti. Mossa salutata con soddisfazione dall'assessore Giovanni Romano: «Si tratta della metà delle risorse complessive che il governo accredita alla Campania peri primi interventi del programma siglato nel 2008». I soggetti attuatori degli interventi sono per legge la Sogesid e il Proweditorato alle operepubbliche.I Comuni interessati sono Castel Volturno, Santa Maria La Fossa, Giugliano, Acerra, Pozzuoli, San Tammaro, Terzigno, Napoli, Villa-ricca, Paduli, Sant'Arcangelo Trimonte e Buonalbergo. A Palazzo San Giacomo è invece iniziato ieri l'esame della lettera con la quale l'ex presidenteAsla Raphael Rossi chiede gli arretrati dovuti in base al contratto sottoscritto prima del suo "licenziamento". Si profila una battaglia legale. Mentre in porto è attesa la seconda nave olandese per il trasporto di altre 3000 tonnellate di rifiuti, stavolta di tal quale. Infine dal Senato arriva l'approvazione di una norma che dovrebbe restituire ai Comuni da120131a riscossione della Tarsu. Compito che è passato dal 2009 in carico alle Province, salvo lasciarlo ai Comuni in prorogatio. Era stato presentato un emendamento al decreto Salva Italia, che però il governo ha chiesto di trasformare in ordine del giorno, mettendoci sopra il suo impegno a riordinare l'intera materia per l'anno prossimo.