Il 2 aprile udienza davanti al gup. I fatti risalgono al periodo compreso tra gli anni 80 e i primi del 2000

Amianto killer all'Atitech, il p m: processate manager e medici

Asbestosi, due vittime. Sedici le richieste di rinvio a giudizio
Il giudice «Violate le norme che disciplinano la prevenzione degli infortuni»
Come a Torino La vicenda è identica a quella conclusa una settimana fa con la sentenza Eternit
22 febbraio 2012 - Titti Beneduce
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Uno si chiamava Aldo Converso: il mesotelioma pleurico gli fu diagnosticato nel 2005, morì il primo novembre dell'anno successivo. L'altro si chiamava Pasquale Quattromani: il tumore fu diagnosticato il 26 marzo 2008, morì il 4 ottobre del 2009. Entrambi lavoravano a contatto con l'amianto, nello stabilimento Ati, oggi Atitech, di Capodichino, dove si riparavano e si riparano aerei. La loro morte, ritiene il pm Francesco de Falco, fu dovuta «all'inosservanza delle comuni regole di diligenza, prudenza e perizia» nonché «alla violazione delle norme sulla disciplina per la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro». Di conseguenza, ha chiesto il rinvio a giudizio per 16 tra ex dirigenti e medici dell'azienda nel periodo compreso tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Duemila; l'udienza preliminare è fissata per il prossimo 2 aprile davanti al gup Pietro Carola. A parte i numeri, la vicenda è identica a quella che, nelle scorse settimane, si è conclusa con la storica sentenza di Torino sulle morti negli stabilimenti Eternit: si tratta di lavoratori che, trascorrendo anni a contatto con l'amianto senza alcuna precauzione, si sono infine ammalati senza rimedio. Quelli che dovevano adoperarsi per prevenire gli infortuni, dice il pm, non lo fecero, così come non misero in guardia i lavoratori inducendoli alla prudenza, spiegando loro i terribili pericoli nascosti nelle fibre di amianto. Ecco l'elenco dei 16 imputati che il 2 aprile compariranno davanti al giudice dell'udienza preliminare: Mario Franchi, amministratore delegato, legale rappresentante della Ati sino al 1989; Claudio Cala-ri, direttore dell'Ati sino al 1989; Franco Cola-grande, direttore dell'Ati sino al 1989; Pasquale Intonti, legale rappresentante dell'Atitech dal 21 dicembre 1992 al 21 novembre 1995; Gaetano Galia, amministratore legale, legale rappresentante dell'Atitech dal 21 novmbre 1995 al 22 marzo 1996; Mario Rosso, amministratore delegato, legale rappresentante dell'Atitech dal 22 marzo 1996 al 28 luglio 1996; Ugo Cucci-niello amministratore delegato, legale rappresentante dell'Atitech dal 20 aprile 2oo1 al 7 settembre 2001; Umberto Sansone, direttore del-l'Ati sino al 1989, nonché amministratore delegato, legale rappresentante dell'Atitech dal 7 settembre 2001 al 4 novembre 2003; Ernesto Sant'Elia, amministratore delegato, legale rappresentante dell'Atitech dal 5 novembre 2003 a tutto il corso dell'anno 2004; Vincenzo Fortunato, direttore generale dell'Atitech dal 21 novembre 1995 al 7 settembre 2oo1; Gennaro Di Capua, direttore generale dell'Atitech dal 7 settembre zool al lo febbraio 2005; Michelangelo Vitagliano, dirigente prevenzione medicina4ingegneria dell'Atitech dal 16 dicembre 1993 a tutto il corso del 2003; Alberto Testa, medico componente dell'Atitech dal 1991 a tutto il corso del 2004; Maurizio Balestrieri, medico componente dell'Atitech dal 1991 a tutto il corso del 2004; Salvatore Perna, responsabile servizio prevenzione, protezione, medicina e ambiente dell'Atitech dal 17 gennaio del 1991 al 31 dicembre del 1998; Francesco Vitagliano, responsabile servizio di prevenzione, protezione, medicina e ambiente dell'Atitech dal primo ottobre del 1995 al 31 dicembre del 1998. Tutti loro, sostiene il pm, omisero «di predisporre adeguati mezzi di protezione a garanzia della salute e dell'integrità dei lavoratori, omettendo ogni controllo o vigilanza nell'utilizzo dei medesimi e comunque sul generale andamento della gestione della sicurezza in azienda; omettendo altresì ogni attività di informazione e formazione del lavoratore sulla pericolosità dell'esposizione alle fibre e alle polveri di amianto (asbestosi), od ai materiali contenenti amianto, od ai rischi connessi alle lavorazioni». Aldo Converso, dipendente dell'Ati dal 1967 al 2005, «svolgeva, dal 198o sino al 2004, la qualifica di impiegato tecnico amministrativo adibito alla direzione tecnica dei materiali e del magazzino ed alle continuative mansioni di acquisto e di ispezione periodica di pezzi di ricambio di aeromobili, contenenti amianto, anche durate la fase dello smontaggio dagli aeromobili, espletando turni di lavoro, anche ininterrottamente per otto ore, presso il magazzino ove erano depositati i suddetti pezzi di ricambi». Pasquale Quattromani, invece, dipendente dal 1976 al 2004, «dal 1978 sino al 1993 ha svolto mansioni di operaio saldatore presso l'officina meccanica addetto alla manutenzione e ad all'imbragatura di parti di aeromobili (ceppi freni) contenti fibre di amianto, peraltro espletando l'attività lavorativa nei pressi del cono di scarico del motore dell'aeromobile, situato a ridosso dei ceppi freni dell'aereo e, dunque, esposto alle polveri di amianto». Il giudice, dunque, deciderà se per tutto questo si celebrerà un processo.

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