Napoli /CHIESTO UN MAXIRISARCIMENTO DI 165MILA EURO

Rossi tradisce de Magistris con Vendola e ora vuole il saldo

23 febbraio 2012 - Francesca Pllla
Fonte: Il Manifesto

NAPOLI Che Raphael Rossi non avesse gradito l'avvicendamento alla presidenza dell'Asia era apparso subito chiaro. Facce tirate e una scia di polemiche erano seguite alla decisione del comune di sostituirlo alla guida della municipalizzata del comune con Raffaele Del Giudice, presidente di Legambiente e già membro del cda. Ora l'enfant prodige torinese, dopo aver dichiarato seppur a denti stretti, che avrebbe continuato a lavorare per la rivoluzione arancione di Luigi De Magistris chiede un maxirisarcimento di 165mila euro.
Oggi, forse, quel progetto di collaborare al risveglio di Napoli non è più tra i suoi obiettivi. Rossi è infatti andato a fare il consulente per Ni-chi Vendola in Puglia. Alias a dirigere l'azienda dei rifiuti di Foggia su richiesta del sindaco Gianni Manganelli, dopo il fallimento della società comunale Amica spa e la costituzione di una newco. Ma dietro le quinte si vocifera di incarichi più rilevanti, forse una candidatura per Sel alle prossime elezioni politiche.
Come si dice a Napoli: passato il santo passata la festa. Ed ecco che il suo studio legale presenta il conto a Palazzo San Giacomo: «Licenziato senza giusta causa e non dimissionario come aveva affermato l'amministrazione».
Eppure lo stesso Rossi nella conferenza stampa di inizio anno aveva sostenuto la tesi dell'avvicendamento, tanto che De Magistris gli aveva offerto una collaborazione con l'Osservatorio sui rifiuti 2020 e di partecipare all'apertura di uno sportello anticorruzione. Ma mentre Raphael in sala giunta annuiva davanti ai giornalisti, facendo intendere comunque di essere sul sorpreso andante. nel frattempo dal sito del suo movimento i «Signori Rossi corretti e non corrotti» e dalla stampa locale, montava la versione di un divorzio non consensuale. Sottolineando come possibile ragione dell'addio, la rottura dei rapporti con il vice sindaco Tommaso Sodano, perché Rossi avrebbe opposto un netto rifiuto all'assunzione di 23 dipendenti dell'ex consorzio di bacino Napoli 5.
In realtà i lavoratori non sono stati mai reintegrati in Asia, restando tra l'altro disoccupati, è altresì saltato fuori che sindacati, dipendenti e dirigenti della municipalizzata, in quei sei mesi, erano tutti uniti contro i metodi della gestione «dirigista» piemontese.
«Lo vedevamo un po' come un marziano, non si è mai calato dentro la realtà lavorativa. Sembrava più un consulente esterno venuto a dire come andavano fatte le cose che non il responsabile della società. E comunque il classico manager con l'orologio sul polsino», ci aveva detto un rappresentante della Cgil. Rossi in seguito era stato anche attaccato da Il Mattino che aveva indicato come possibile pomo della discordia i compensi e gli extra (possedeva l'unica carta di credito aziendale) del ragazzo amato dai media. Contemporaneamente dall'interno veniva attaccato da Daniele Fortini, ex presidente e attualmente amministratore dell'Asia, perché non aveva coinvolto il cda nell'offrire le consulenze a due ragazzi torinesi con cui ha creato il sito e il movimento «non corrotti». Proprio lunedì scorso in una trasmissione locale Sodano aveva ammesso: «Forse c'è stata un'eccessiva galanteria da parte nostra». Rossi di sicuro porta il contro: il contratto per tre anni valeva 192mila euro, il dirigente ne ha intascati solo 32, restano 164mila da risarcire anche senza prestazioni. Ora sarà il giudice a decidere.

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