F2i studia il raddoppio con l'energia dai rifiuti

Gamberale prepara una nuova Sgr che affianchi enti locali sul waste to energy e ne rilevi le infrastrutture non valorizzate. «Target di raccolta iniziale a 1,2 mld»
21 febbraio 2012 - Sofia Fraschini
Fonte: Finanza e Mercati

SOFIA FRASCHINI Sarà il waste to energy il nuovo settore nel mirino di F2i che - esaurita la sua mission - si prepara al raddoppio con un nuovo fondo d'investimento. Dopo aver rilevato asset per circa 1,7 miliardi nei principali business del Paese - dal gas, all'idrico passando per aeroporti, telecomunicazioni, rinnovabili e autostrade - l'ad Vito Gamberale è pronto ora a fare la corte a un nuovo parter di soci e avviare il nuovo progetto. L'ex manager di Telecom e Autostrade sta ragionando su quali partner parteciperanno alla nuova Sgr dopo di che prenderà ufficialmente il via la raccolta «che avrà un obiettivo iniziale di 1-1,2 miliardi - spiega Vito Gamberale a F&M - anche se avviato il found raising non si può escludere che l'interesse venga ampliato dalla partecipazione di altri investitori.. Con il nuovo strumento F2i punta essenzialmente a consolidare e sviluppare le filiere di business già attive (compresa quella incerta del settore idrico) e prepara lo sbarco in un nuovo ambito: quello del waste to energy. Un business a cui F2i avrà accesso in particolare tramite gli enti locali. Con Regioni, Province e Comuni F2i sta tessendo una fitta rete di rapporti con l'obiettivo di proporsi come punto di riferimento per quegli enti locali che, per motivi di bilancio o valorizzazione, puntano a dismettere le proprie partecipazioni. Un terreno fertile considerando che partono quest'anno le gare sui servizi pubblici locali. Dai rifiuti, all'idrico tutto quello che fino a oggi è stato gestito «in house• dovrà essere messo all'asta tra diversi competitor. Un bell'affare per i Comuni che potrebbero fare cassa liberando asset che pesano sui bilanci o non sono valorizzati. E nemmeno a dirlo, a fare la parte del leone sarà proprio il business ambientale. Un settore che tra l'altro si presta bene anche al consolidamento. Un obiettivo che è spesso citato dall'ad in altri settori di sua competenza. Non ultimo, quello delle telecomunicazioni dove con l'acquisto di Metroweb ha posto le basi per lo sviluppo della banda larga nei comuni italiani. Le intenzioni sono infatti quelle di allargare il raggio d'azione ad altre reti metropolitane: da Brescia, Bergamo, Parma a Torino per creare un vero e proprio polo italiano della banda larga. Quanto al nome del nuovo fondo, Gamberale vorrebbe confermare quello attuale, ma si dovrà verificare se la costituzione di una nuova Sgr non imporrà un cambio. L'originale, e per ora unica F2i Sgr, ha spento a gennaio cinque candeline e può contare su una potenza di fuoco di 1,85 miliardi coperta per quasi 600milioni da banche, mentre oltre 900milioni sono suddivisi tra casse previdenziali e fondazioni. Poi ci sono le presenze minori (325milioni in totale) di assicurazioni e istituzioni finanziarie pubbliche. E gli 8 milioni «simbolici• investiti da management e sponsor. Insomma, tra i nomi eccellenti figurano Unicredit, Merrill Lynch, sette fondazioni, due casse di previdenza, ma soprattutto la Biis (Banca infrastrutture, innovazione e sviluppo) di Intesa-Sanpaolo e la Cassa depositi e prestiti con un 15,99%. Tra i tanti affari del gruppo l'ultimo in ordine di tempo è quello che riguarda Sea. Gamberale si è aggiudicato il 29,75% di Sea, società di gestione degli aeroporti milanesi controllata dal Comune per 385 milioni. Ma c'è da attendersi, come per altro da lui stesso annunciato, che presto la sua presenza nella società crescerà.

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