Variante per l'inceneritore, avviso bis per la giunta di Salerno
La vicenda- L'inchiesta è partita dalla denuncia presentata dal presidente della Provincia Cirielli
Il gip del tribunale di Salerno, Franco Attilio Orio, ha accolto la richiesta del pubblico ministero, Rocco Mano, e ha disposto la proroga delle indagini preliminari per il sindaco Vincenzo De Luca e i componenti della giunta comunale in carica tra ottobre e novembre dei 2010. L'inchiesta è nata da una denuncia presentata il 27 dicembre del 2010 dal presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, sulla variante generale al piano regolatore della città relativa all'area di Cupa Siglia, inizialmente destinata a ospitare un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani. Per De Luca e i suoi dieci assessori l'accusa è di abuso d'ufficio. Il provvedimento, equipollente ad un avviso di garanzia, è stato emesso a carico di Vincenco De Luca, Eva Avossa, Alfonso Buonaiuto, Gerardo Calabrese, Luca Cascone, Luciano Conforti, Domenico De Maio, Augusto De Pascale, Ennanno Guerra, Vincenzo Maraio e Francesco Picarone. La proroga chiesta dal pm e disposta dal gip scadrà il prossimo 27 settembre. Il 13 febbraio sarebbero invece scaduti i termini previsti per le indagini preliminari scattate all'indomani della denuncia di Cirielli. Nel mirino della procura sarebbero finite due delibere, approvate dalla giunta municipale rispettivamente il 15 ottobre e il 5 novembre del 2010. Entrambe riguardano disposizioni in merito alla variante urbanistica di Cupa Siglia. L'area, appunto, dove sarebbe dovuto sorgere il termovalorizzatore. Impianto la cui reali azione e gestione era contesa tra Comune e Provincia. Secondo quest'ultima, il cambiamento della destinazione d'uso dell'area, da industriale a commerciale, avrebbe impedito a palazzo Sant'Agostino, designato da una legge dello Stato alla costruzione dell'impianto, a realizzare l'opera. La delibera di ottobre contiene la procedura di variante urbanistica al puc cambiandone classificazione e prevedendo «una pluralità di lotti insediativi» e di fornire loro di «una adeguata dotazione di aree pubbliche di standard». Nello stesso atto la giunte dispone anche «di riservarsi ogni successivo atto e ogni opportuna azione per l'acquisizione della titolarità delle aree atteso che perla loro futura destinazione ad area Pip (piano per gli insediamenti produttivi) riveste carattere di destinazione a fini di pubblica utilità». «Successivo atto» costituito appunto dalla seconda delibera con la quale, nello specifico, viene autorizzata la pubblicazione della variante urbanistica. Nella seduta di giunta di ottobre risultano assenti il sindaco De Luca e gli assessori Buonaiuto e Calabrese. Presenti tutti nella giunta del 5 novembre, ad eccezione dell'assessore De Pascale. L'inchiesta parte, abbiamo già ricordato, da una querele presentata in procura dal presidente della giunta provinciale Cirielli il quale, nell'ambito del bailamme relativo all'assegnazione delle competenze in materia di rifiuti e, in particolare, per la realizzazione dell'impianto, sentito l'ufficio legale della Provincia, chiese alla magistratura di indagare sulla legittimità dell'operato della giunta municipale. Secondo la tesi sostenuta da palazzo Sant'Agostino non solo quella variante non si poteva fare ma gli atti in questione rappresenterebbero una forzatura. Secondo la Provincia, quei suoli sono stati comprati con fondi pubblici del governo e quindi non si sarebbe potuta cambiare la destinazione d'uso con la quale di trasformerebbero i suoli di Cupa Siglia da industriali a commerciali.