Rifiuti, l'accusa di Clini agli enti locali
NAPOLI. «L'illegalità nel settore dei rifiuti trova terreno fertile in una gestione poco efficiente e trasparente e dove l'amministrazio-ne interpreta in maniera restrittivo norme chiare. E di fronte agli illeciti servono la semplificazione del sistema e sanzioni severe e certe», a parlare, a margine della presentazione del rapporto "Rifiuti spa" di Legambiente, è il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. E il discorso scivola velocemente sulla situazione della Campania dove, spiega l'esponente del governo Monti, «la malavita si è innestata su una situazione di incapacità di gestione da parte degli enti locali che non hanno fatto quello che è stato fatto nelle altre aree del Paese. Per fortuna la Regione Campania ha approvato il Piano rifiuti che è un passo in avanti. A Bruxelles, dove mi sono recato con le istituzioni campane e napoletane, il commissario europeo, a fronte degli impegni assunti per una gestione razionale del settore rifiuti, ha chiarito che le risorse saranno sbloccate solo per la differenziata e il recupero energetico, non per le discariche. Il rifiuto va valorizzato, se questo non avviene si innescano quegli effetti perversi verificatisi finora. Come Governo vogliamo uscire dalla logica emergenziale e dei commissariamenti, che non hanno risolto i problemi». Un passaggio anche sulla vicenda Bagnoli. «Una situazione incredibile - dice Clini -, dal 1995 il sito è nelle condizioni attuali e va risanato, anche perché dalle bonifiche e dal modo con il quale saranno attuate dipende l'attrazione degli investimenti. Per Porto Marghera, già prima del completamento del risanamento ci sono proposte private di investimento per due miliardi di euro». A giudizio del ministro «pensare di rilanciare la zona attraverso l'America's Cup può essere anche un'idea positiva, ma non lo si può fare se negli anni precedenti non si è provveduto alla messa in sicurezza dell'intera area. Ma queste risorse vanno sicuramente valorizzate se vogliamo rilanciare Napoli». Intanto, dai dati di Legambiente emerge che, dal 2002 ad oggi ci sono state 66 inchieste che hanno riguardato, in maniera diretta o indiretta, la Campania producendo 337 ordinanze di custodia cautelare. Otto le Procure coinvolte nelle indagini, quelle di Avellino, Benevento, Napoli, Nocera Inferiore, Nola, Salerno, Santa Maria Capua Vetere e Torre Annunziata, che hanno visto in campo anche Corpo forestale dello Stato, Guardia di finanza, polizia, ai carabinieri, Direzione investigativa antimafia, Capitanerie di porto e Agenzia delle Dogane. Un traffico, quello illegale dei rifiuti, che costituisce un pericolo, oltre che per l'ambiente, anche per la salute e le attività economiche. Sono 146 le aziende coinvolte nella "rifiuti connection" in Campania, con 456 persone denunciate. «In dieci anni si è trasformata la figura dell'ecomafioso», afferma Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania.