Testimone al processo Bassolino. Paolucci in tribunale: è vero, raccomandai una persona a Fibe
«Io ho fatto solo una segnalazione per un colloquio a favore di Enzo Minopoli. Lo segnalai non ricordo se ad Acampora (Salvatore Acampora, ex sub commissario ai rifiuti, n.d.r.) o direttamente a Cattaneo (Armando Cattaneo, ex amministratore delegato Fibe, n.d.r.). Chiesi che fosse convocato per un colloquio. Poi fu effettivamente assunto». Davanti ai giudici Massimo Paolucci, dal 2002 al 2004 commissario vicario per l’emergenza rifiuti in Campania. Ieri è stato ascoltato come testimone nell’aula bunker di Poggioreale, nell’ambito del processo rifiuti in cui sono imputati, tra l’altro, l’ex presidente della giunta regionale Antonio Bassolino, gli ex sub commissari Raffaele Vanoli, Giulio Facchi, Salvatore Acampora; Piergiorgio e Paolo Romiti, che all’epoca dei fatti erano al vertice di Impregilo. Truffa e false forniture i reati contestati agli imputati. Paolucci, rispondendo a una domanda del pubblico ministero Giuseppe Noviello, titolare dell’inchiesta con Paolo Sirleo, ha successivamente ammesso anche di avere contattato Acampora affinché quest’ultimo verificasse con Fibe la possibilità di fare lavorare una impresa, Di Francia, segnalata appunto da Paolucci.«Poi però quell’azienda non lavorò», ha riferito ieri in aula l’ex commissario vicario. Inevitabile l’osservazione del pm Noviello: «Si pose mai il problema che le sue richieste di assunzioni potessero inficiare il ruolo di controllore che era tenuto a svolgere nei confronti di Fibe?». Il teste: « Fibe ha fatto centinaia di assunzioni. Ha svolto lavori per decine di milioni. Parliamo, quando ci riferiamo a quanto ho detto prima, di vicende marginali». Il capitolo «raccomandazioni» è stato solo uno di quelli affrontati ieri in aula da Paolucci. Noviello ha chiesto delucidazioni, in particolare, sull’ordinanza commissariale che abbatteva i parametri da rispettare relativamente alla quantità del combustibile da rifiuto. «Fu un prendere atto della situazione — ha detto l’ex commissario vicario —. Non si fece altro che mettere nero su bianco quello che accadeva quotidianamente negli impianti». Nel corso della deposizione, ha più volte fatto cenno al ruolo di Bassolino: «Lui non si occupava di questioni tecniche, ovviamente. La sua unica preoccupazione era di togliere i rifiuti dalla strada». Dall’esame del testimone è emerso, però, un episodio relativo al 2003. Altero Matteoli, ministro dell’Ambiente, scrisse una lettera indirizzata al commissario Bassolino, per ricordargli che il contratto stipulato con Fibe imponeva che le discariche dovessero essere di Fibe e che vigeva la regola del fermo impianto. Ovvero: la società era tenuta a ricevere e smaltire i rifiuti anche in caso di impianti fermi o fuori uso. Insomma, non poteva accatastarli, come invece è accaduto per le ecoballe. Altro tema: le banche. Gli istituti di credito, ha ricordato Paolucci, per erogare a Fibe i finanziamenti indispensabili a costruire gli impianti di Cdr, chiedevano che la stessa avesse la disponibilità di tot metri cubi da utilizzare come discariche. Fu così, tra l’altro, che l’impresa acquistò l’area di Settecainati, a Giugliano. «Ci fu una ordinanza per aprire la discarica, ma io mi opposi, perché avevo assunto impegni chiari con sindaci e comitati. Alla fine si trovò una mediazione: l’ordinanza non fu ritirata, ma la discarica, in quella fase, non fu aperta».