Due nuove discariche tra Napoli e Salerno
La primavera in Campania, sul fronte rifiuti, si preannuncia caldissima: entro giugno dovranno essere individuate ed eventualmente aperte almeno altre due discariche, in più bisognerà trovare una soluzione per lo smaltimento dei sei milioni di tonnellate di eco-balle, eredità della storica emergenza ambientale.
Scelte che sicuramente si riveleranno sofferte, tuttavia improrogabili: a imporle è nientemeno che Janez Potocnik, commissario europeo all'Ambiente che la settimana scorsa ha ricevuto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, il governatore campano Stefano Caldoro, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il presidente della provincia partenopea Luigi Cesaro per fare il punto sulla procedura di infrazione contro l'Italia, aperta a seguito dell'emergenza campana del 2008, che ha comportato il blocco di 145 milioni. Al di là dei tecnicismi di Bruxelles, la sintesi del discorso non è difficile da cogliere: il nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti piace alla commissione che concede al Belpaese altri cinque mesi di tempo prima di far scattare le onerosissime sanzioni di 220 mila Tonnellate. Rifiuti trasportati con la prima nave approdata nei giorni scorsi in Olanda infrazione. «Potocnik - racconta l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano - ha apprezzato l'impostazione del piano e adesso vuole vedere che lo si metta in pratica. Termina insomma il lavoro della regione e comincia quello di province e comuni». Le prime dovranno provvedere all'individuazione e all'allestimento di discariche e impianti di trattamento, i secondi dovranno spingere con decisione sulla raccolta differenziata.
Ed eccoci alle note dolenti: sul territorio regionale sono attivi gli sversatoi di Terzigno (Napoli), San Tammaro (Caserta), Savignano Irpino (Avellino) e Sant'Arcangelo Trimonte (Benevento). Tutti invasi cui non resta moltissima autonomia. Proprio per questo motivo, per giugno prossimo - termine fissato dallo stesso Potocnik - dovranno essere individuate almeno altre due discariche, in tutta probabilità per servire le province di Napoli e Salerno. Massima discrezione su quali sono i siti al vaglio, perché è fin troppo facile immaginare come le popolazioni locali reagirebbero ad annunci ufficiali. Giuseppe Caliendo, assessore all'Ambiente della provincia di Napoli, fa valutazioni di scenario: «Bruxelles- dichiara - ha apprezzato il modello di trattamento "filiera corta" proposto dalla nostra giunta. L'intenzione nostra è infatti dividere il Napoletano in sette aree omogenee, ciascuna con una propria impiantistica di riferimento». Non si esclude, insomma, il ricorso a più micro-discariche. Sempre sul fronte impianti, resta complessa la partita della realizzazione di nuovi termovalorizzatori nel Napoletano: «L'ipotesi di Napoli Est - ribadisce il vicesindaco del capoluogo Tommaso Sodano - resta fuori discussione», tanto più dopo che la precedente gara è andata deserta. Sodano rilancia: «In alternativa, realizziamo un impianto di digestione anaerobica». Opzione due: un inceneritore a Giugliano, location strategica perché a pochi passi dallo stoccaggio di ecoballe di Taverna del Re. Ma è difficile che l'opzione si concretizzi entro l'incontro di giugno con Potocnik.